Riceviamo e pubblichiamo un comunicato stampa di USB Basilicata:
“All’indomani dell’incontro del 14 novembre con l’assessore Casino la nostra O.S. ha evidenziato alcune criticità che oggi l’amministrazione regionale deve necessariamente chiarire per dare concretezza ai seppure parziali impegni presi.
Intanto impegnarsi a presentare nei tempi necessari a non essere bloccati dal semestre bianco relativo alle prossime elezioni regionali in Giunta e in Consiglio il testo della legge per consentire l’avvio al lavoro di forestazione dei lavoratori della platea che volontariamente vorranno optare con l’adesione ad un progetto riconducibile alla salvaguardia del territorio.
Senza di questo davvero si rischia di trovarsi davanti all’ennesima beffa preelettorale.
Piuttosto che lavorare per ulteriori proroghe bisogna avviare immediatamente una consultazione tra i membri della platea al fine di quantificare il numero dei lavoratori interessati e per definire i relativi costi chiarendo esattamente qual è il numero delle giornate alla base del progetto di occupazione per partire già dall’inizio del prossimo anno.
La proposta presentata dalle altre sigle sindacali chiede 102 giornate contributive, cioè 87 giornate lavorative.
Questa impostazione vedrebbe i lavoratori interessati guadagnare qualche centinaio di euro in più all’anno rispetto all’attuale sussidio, tenendo anche conto che per i primi due anni non avrebbero diritto alla disoccupazione agricola.
Per la USB bisogna impostare il progetto prevedendo le 102 giornate retribuite per assicurare un reddito da lavoro più dignitoso e garantire l’accesso al riconoscimento dei 90 giorni di disoccupazione speciale validi anche ai fini pensionistici.
Occorre ripensare per i lavoratori che non potranno o vorranno optare per il progetto di salvaguardia del territorio e che resteranno utilizzati negli enti in attesa della necessaria normativa per passare alla stabilizzazione ad una modifica sostanziale delle condizioni economiche, prevedendo un aumento di almeno 300 euro del sussidio.
Intanto partendo dalle condizioni previste per l’attuale proroga degli ex TIS, per i quali chiediamo che i soldi stanziati siano utilizzati esclusivamente a loro vantaggio, eliminando lo spreco di oltre un milione di euro previsti in larga parte per le fantomatiche 60 ore procapite di formazione.
Trattandosi di lavoratori formalmente chiamati a svolgere lavori di pubblica utilità non in presenza di continuità lavorativa chiediamo che venga adottato uno specifico atto che chiarisca che agli stessi vengano applicate le stesse regole relative ai diritti essenziali già previsti dall’articolo 26 della legge 150/2015 per i disoccupati non garantiti dalle norme di salvaguardia dei lavoratori occupati.
Per gli RMI chiediamo la modifica della legge regionale 26/2015 che chiarisca i benefici assistenziali dovuti.
Al di là delle dichiarate manifestazioni di volontà è giunto il momento decisivo per passare ai fatti intanto fissando un incontro per definire un cronoprogramma delle necessarie iniziative”.