“Stupor mundi“, ossia meraviglia del mondo.
È l’appellativo per antonomasia attribuito a Federico Ruggero di Hohenstaufen, nato in una gelida notte del 26 Dicembre 1196 a Jesi.
Tutto cominciò quando l’imperatrice Costanza, mentre stava raggiungendo a Palermo il marito, incoronato il giorno prima il re di Sicilia, fu costretta a fermarsi nelle Marche per il parto imminente.
Data la sua età avanzata (aveva 40 anni), nella popolazione vi era un diffuso scetticismo circa la sua gravidanza, perciò l’imperatrice partorì pubblicamente, su di un baldacchino al centro della piazza di Jesi, al fine di fugare ogni dubbio sulla nascita dell’erede al trono.
Inizialmente il nome pensato per Federico era Costantino, ma durante la cerimonia battesimale, svoltasi nella Cattedrale di San Rufino in Assisi, in presenza del padre Enrico VI, il nome del futuro sovrano venne modificato in Federico Ruggero: “Federico” in quanto nipote dell’omonimo Barbarossa, per indicarlo come futura guida dei principi germanici; “Ruggero” per sottolinearne la legittima pretesa alla corona del Regno di Sicilia quale nipote anche di Ruggero il Normanno.
Quella fu la seconda e ultima occasione in cui Enrico VI vide il figlio: il sovrano morì il 28 Settembre 1197.
Poco dopo morì anche la madre Costanza (28 Novembre 1198) e Federico, che all’epoca aveva 4 anni, venne affidato alle cure di papa Innocenzo III e di Gualtiero di Palearia, vescovo di Troia e cancelliere del regno.
Fu l’inizio di un lungo percorso di formazione e di incontri che temprarono l’animo del futuro imperatore.
Federico II maturò un amore speciale per il Vulture-Melfese, dove spesso risiedeva.
Costellò l’area di castelli e, tra i boschi del Monte Vulture, si dedicava alla caccia col falcone.
La sua più importante azione rivoluzionaria fu la promulgazione delle Costituzioni di Melfi, qui pensate, redatte e pubblicate.
Esse rappresentano il più importante codice di leggi del medioevo, nonché il primo esempio di pensiero squisitamente laico.
Federico II era altresì una figura intellettuale di alto spessore.
Egli, infatti, favoriva la contaminazione di varie culture, mettendo in atto un’azione riformatrice, tesa a unificare terre e popoli, fortemente contrastata dalla Chiesa, di cui il sovrano mise in discussione il potere temporale.
Ebbe, pertanto, ben due scomuniche dal Papa Gregorio IX, che arrivò a vedere in lui l’anticristo.
Oggi Federico II costituisce una delle figure più affascinanti della storia, fautore un’eredita storica e culturale straordinaria.