Il giorno dell’Epifania è giunto e, con esso, anche la consapevolezza che questo periodo di festa è ormai concluso.
La Befana ha suddiviso le sue scorte tra dolciumi e carbone e, in groppa alla sua magica scopa, le ha distribuite nelle calze di tutti i bambini.
Oltre ad essere un’ulteriore occasione per scambiarsi golosi pensierini, la Befana o, per meglio dire, l’Epifania è soprattutto una festa religiosa molto importante e sentita.
L’origine del termine risale all’antica Grecia dove, con epifàneia, si indicava la manifestazione di una divinità tramite sogno, miracolo o visione.
Con lo stesso significato, la parola epifania è stata trapiantata all’interno della religione cristiana proprio per indicare le varie manifestazioni della divinità di Gesù Cristo (Battesimo nel fiume Giordano; l’adorazione da parte dei Magi e il suo primo Miracolo).
Si credeva, in Oriente, che un nuovo astro apparisse in cielo ogni volta che nasceva un grande Rè.
A confermare e legittimare la sua sovranità erano i Magi, grandi saggi e alti sacerdoti che, per la loro sapienza e la capacità di trarre auspici e interpretare gli eventi, godevano di grande influenza politica e religiosa.
La luce di una cometa, mai vista prima, guidò i Magi dal Bambino ed essi lo adorarono e lo riconobbero come Uomo, Rè e Dio.
A lui offrirono tre doni:
- oro (simbolo regale);
- incenso (che si offre alla divinità);
- mirra (usata per l’imbalsamazione perché preserva il corpo umano dalla corruzione).
Così fu manifestata la triplice natura del Messia e tutto il mondo conobbe il prodigio di quella nascita.
Attesi come portatori di doni, venerati, amatissimi, i Magi diedero origine a scritti apocrifi e leggende che un carmelitano, Giovanni da Hildesheim, intorno al 1360 raccolse e ordinò nello scritto Storia dei tré rè.
Infiniti i racconti che li riguardano, dotte le dissertazioni.
Chi erano, quanti, da dove deriva il loro nome, qual’è la loro simbologia.
In realtà l’unico testo canonico che abbiamo su di loro è il secondo capitolo del Vangelo di Matteo.
Altro, di certo, non sappiamo.
Ma tanto ci basta per disporre intorno alla greppia, ogni 6 Gennaio, tre esotiche statuine di terracotta o cartapesta, riccamente vestite e accompagnate da cammelli.
Vi resteranno solamente poche ore… tutto sta per concludersi… e tuttavia solo così si completa la festa.
Infine arriva l’Epifania, una delle principali feste cristiane la cui celebrazione cade il 6 Gennaio.
Nata in Oriente per commemorare il battesimo di Gesù, l’Epifania fu successivamente introdotta in occidente dove assunse contenuti religiosi in parte diversi, come la celebrazione delle nozze di Cana e il ricordo dell’offerta dei doni dei magi nella grotta di Betlemme; quest’ultimo aspetto ha poi finito per prevalere, sovrapponendosi a precedenti tradizioni folcloristiche.
I magi erano un gruppo di personaggi che, guidati da una stella, arrivano dall’oriente per rendere omaggio a Gesù appena nato a Betlemme, donandogli oro, incenso e mirra.
Successivamente vennero indicati come “re” e il loro numero venne fissato a tre, con i nomi di Melchiorre, Gaspare e Baldassarre.
Questa festa ha determinato il nascere della figura della befana distributrice di doni che da un supplemento di regali ai bambini, e fa terminare questo ciclo di festeggiamenti: il giorno dopo si iniziano a spegnere le luci, a disfare gli addobbi,
La tradizione popolare ricorda specialmente la venuta dei Magi e, per questo, tutti gli anni, il 6 Gennaio, nel presepe di ogni famiglia i tre Re si avvicinano finalmente alla grotta del Salvatore.
Buona Epifania a tutti, anche quest’anno, godiamo di quest’ultimo giorno delle festività natalizie.