Dopo l’addio del Melfi alla Lega Pro era prevedibile aspettarsi un cambiamento in seno alla società.
Nonostante le attestazioni di stima, fiducia e il supporto nei confronti dello storico Presidente gialloverde Giuseppe Maglione, egli ha deciso di lasciare, pubblicando una lettera sul sito della società sportiva che vogliamo condividere con voi.
“Non avrei mai voluto scrivere queste righe, ma il risultato di Agrigento purtroppo segna di fatto la fine di un’epoca. La fine di un sogno, come è stato scritto in questi giorni. Una favola iniziata nell’ormai lontano 1994, quando con un gruppo di amici, ho deciso di assumere la guida della As Melfi, e di dare il mio contributo a questa comunità che mi ha visto crescere e diventare uomo. Quel giorno è iniziato un lungo ed entusiasmante percorso, fatto di gioia, sofferenza, sacrifici.
In questo cammino durato 23 anni, i momenti di difficoltà non sono certo mancati, i momenti in cui senti forte il desiderio di mollare, di farti da parte, di lasciar perdere. C’è sempre stata però una spinta incredibile, una molla inesauribile, che mi faceva vincere ogni titubanza: l’amore per la mia Melfi, l’affetto della gente, di un popolo umile ma orgoglioso che non voleva piegare la testa davanti alle ingiustizie e alle avversità.
Il calcio come strumento di rivalsa, di rivincita e di riscatto. Ho sempre interpretato la sfida sportiva del Melfi sotto quest’ottica, seguendo l’esempio del nostro simbolo, il Basilisco Alato, che con fierezza e determinazione non ha mai piegato la testa davanti a nessuno. Esattamente come abbiamo fatto noi in tutti questi anni, portando il Melfi sui palcoscenici di tutta Italia.
Abbiamo sempre cercato di abbinare alla pratica sportiva, una intensa attività solidale, ritenendo che il calcio può essere strumento efficace per una crescita culturale e sociale. Il nostro scopo, anche attraverso il settore giovanile, è stato quello di trasmettere i valori della lealtà e della correttezza sportiva, del rispetto per l’avversario, della partita come sana e vera competizione agonistica, del rettangolo di gioco come scuola di vita.
Siamo stati protagonisti nazionali, ricevendo premi ed attestati per il nostro fair play (cartellino viola promosso dalla Fiorentina Calcio, unico club di Lega Pro a riceverlo), siamo stati protagonisti di eventi emotivamente toccanti, come le visite alle case circondariali di Potenza e Melfi, al centro Aias, all’Ospedale di San Giovanni Rotondo in collaborazione con l’associazione Agape. Manifestazioni di cui vado fiero, perché attraverso la squadra del Melfi calcio, abbiamo portato sollievo e spensieratezza in contesti in cui il dolore e la tristezza la fanno da padrone.
Un impegno duro, serio, faticoso ma esaltante che da solo non avrei potuto reggere e portare avanti e quindi il primo mio ringraziamento va ai miei compagni di viaggio, i soci e collaboratori di questo sodalizio che mi sono stati vicino fin dall’inizio, un ringraziamento a chi si è aggiunto strada facendo ed anche a chi ci lasciato. Un grazie particolarmente sentito va a tutte le persone (tifosi, sponsor, imprenditori, etc..) che hanno sostenuto la causa con la loro presenza allo stadio, con il loro sostegno, con il loro incoraggiamento.
Un ringraziamento anche a chi nella scorsa campagna elettorale ha cavalcato la causa del Melfi calcio per esclusivi fini propagandistici, a chi ha promesso senza mantenere sostenendo che “le persone si giudicano dai fatti e non dalle parole”, ma i fatti li stiamo ancora aspettando. Un ringraziamento a chi ha sempre visto il Melfi calcio come un peso, un problema e non come un valore aggiunto, un fiore all’occhiello. Abbiamo dato lustro alla nostra regione, portando il nome di Melfi al di fuori dei suoi confini ma dalle istituzioni regionali abbiamo avuto manifestazioni di interesse ed impegni mai però riscontrati. In questi 23 anni insieme abbiamo toccato vette inimmaginabili, raggiunto traguardi epici, il calcio professionistico, la lega pro unica ex C1, la Tim Cup con l’Udinese, sfidando alla pari squadroni dal passato glorioso e dalle forti ambizioni come Salernitana, Foggia, Lecce, Benevento, Catania, Avellino, Reggina…. Scrivere la storia può capitare a chiunque ma farne parte è privilegio di pochi, e noi ci sentiamo dei privilegiati.
Ora però è arrivato il momento di lasciare. La mia avventura da presidente del Melfi calcio finisce qui. Sento il bisogno di staccare la spina e di dedicarmi agli affetti familiari inevitabilmente trascurati in tutti questi anni. Si dice che un uomo invecchia quando i suoi rimpianti superano i suoi sogni. Io non ho rimpianti ma ho ancora tanti bei sogni da inseguire e da realizzare per il bene di questa comunità. È vero ho dato tanto ma ho anche ricevuto da voi molto di più sotto forma di affetto, stima, amore, riconoscenza, gratitudine; per questo motivo vi abbraccio tutti perché insieme abbiamo vissuto intensamente questa splendida avventura che rimarrà indelebile nella nostra mente e nei nostri cuori”.
La decisione del presidente Maglione è destinata sicuramente a creare tanto sconcerto e dispiacere. È stato un presidente amato, per molti rappresenta la storia del Melfi nella sua gloriosa ascesa nel mondo del calcio.
Sarà difficile immaginare un futuro gialloverde senza di lui.