Continua sempre più agguerrita la protesta degli agricoltori lucani, in difficoltà per via del carovita e non solo.
Partiti a fine gennaio dal piazzale antistante Punto Nigro Cafè, nella zona industriale di San Nicola di Melfi, gli agricoltori con i loro trattori provenienti dalla cittadina Federiciana, da Rionero, da Atella, da Genzano di Lucania, da San Fele e da tutto il Vulture-Melfese, hanno fatto sentire la propria voce.
Le problematiche relative alla tenuta del sistema agricolo lucano e nazionale, il 1 Febbraio, sono state anche oggetto di discussione nel Consiglio regionale della Basilicata.
Nonostante questa prima vittoria, purtroppo il dibattito si è concluso con un nulla di fatto.
Le richieste non sono state accolte e così, gli agricoltori, hanno deciso di tornare in piazza con un presidio permanente.
Giovedì 8 febbraio il corteo sarà a Potenza e da Varco d’Izzo arriverà nel piazzale del Palazzo della Regione Basilicata.
Successivamente, la protesta riprenderà a Melfi Venerdì 9 febbraio alle ore 8:00 con presidio fisso a piazza Craxi.
Un vero e proprio grido di appello da parte di chi, con sudore e sacrificio, porta ciò che di più genuino abbiamo sulle nostre tavole.
Gli agricoltori infatti, colpiti dal calo della produzione per gli eventi climatici, dal crollo del reddito, dai costi spropositati delle materie prime e dell’energia, dall’aumento del costo del denaro per fare investimenti indispensabili, chiedono aiuto non solo alle istituzioni ma anche a tutta la popolazione.
Come fanno sapere:
“Un’altra parte di noi andrà a Roma come supporto agli agricoltori.
Dopo quello che è successo al consiglio regionale abbiamo atteso qualche giorno per capire se qualcosa si muoveva, ma niente.
Chiediamo il supporto anche della cittadinanza, stiamo scioperando anche per voi e per consentire a tutti di non mangiare cibo scadente e non italiano.
Ricordiamo ciò che è successo a Manfredonia dove un centinaio di agricoltori si sono recati al porto.
Qui è in corso lo scarico di diverse migliaia di tonnellate di grano proveniente dall’estero.
Hanno prelevato alcuni campioni che saranno sottoposti ad analisi per capire da dove arriva il grano”.
Un appello alla salute di tutti che ci auguriamo non rimanga ancora inascoltato.