Oggi, 8 Marzo, ricorre la Giornata internazionale della donna, nata nel 1909 negli Stati Uniti, su iniziativa del Partito Socialista, come manifestazione in favore del diritto di voto femminile.
L’anno successivo, in occasione della Conferenza internazionale delle donne socialiste a Copenaghen, la Giornata approdò anche in Europa.
Spesso anche definita Festa della donna, in alcuni centri europei si celebra dal 1911, in Italia dal 1922.
Fino al 1921 diversi Paesi avevano fissato tale importante appuntamento in giornate differenti, la scelta dell’8 Marzo venne fatta durante la Seconda conferenza delle donne comuniste a Mosca (1921), in ricordo della manifestazione femminile contro lo zarismo (San Pietroburgo, 1917).
Se è facile comprendere le motivazioni di questa ricorrenza, che insistono su una equiparazione della donna all’uomo in tutti i settori della vita, resta tuttavia complicato individuare un’origine storica della stessa.
Nel secondo dopoguerra, cominciarono a circolare fantasiose versioni a riguardo.
Secondo quella più diffusa, l’8 Marzo sarebbe servito a ricordare la morte di centinaia di operaie nel rogo di una inesistente fabbrica di camicie Cotton o Cottons avvenuto nel 1908 a New York, facendo probabilmente confusione con una tragedia realmente verificatasi nella Grande Mela il 25 Marzo 1911, quando un incendio uccise 146 lavoratori (123 donne e 23 uomini) nella fabbrica Triangle.
Nonostante le ricerche effettuate da diverse femministe (tra la fine degli anni ’70 e ’80) ne abbiano dimostrato l’erroneità, la suddetta, come altre ricostruzioni, è ancora molto diffusa.
L’8 Marzo si è imposto come giorno ufficiale anche dietro indicazione delle Nazioni Unite.
È certo che con il passare degli anni la Festa ha assunto vari significati e negli ultimi tempi è sfociata anche in una semplice ricorrenza consumistica.
La scelta della mimosa risale invece al 1946, quando le organizzatrici delle celebrazioni romane cercavano un fiore che fosse di stagione e costasse poco.
Auguriamo una buona Festa della Donna a tutti, donne e uomini che siate, perché non serve appartenere ad un determinato genere per appoggiare le giuste battaglie.