Riceviamo e pubblichiamo il Comunicato stampa della Procura di Potenza.
“All’alba di oggi le Fiamme Gialle del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Potenza, con il supporto di unità cinofile della Guardia di Finanza di Matera, hanno dato esecuzione a un’ordinanza di custodia cautelare (tre in Carcere e una agli arresti domiciliari), disposta dal G.I.P. del Tribunale di Potenza su richiesta della locale Procura, nei confronti dei componenti di un sodalizio criminale insediato nel Comune di Palazzo San Gervasio, costituito da quattro cittadini italiani ivi residenti, dediti al commercio illecito di sostanze stupefacenti, in particolare hashish e marijuana.
Nel corso delle indagini delegate da questa Procura della Repubblica, i militari del G.O.A. del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Potenza, con li supporto dello S.C.I.C.O. il Servizio Centrale Investigazione Criminalità Organizzata della Guardia di Finanza di Roma, hanno documentato numerosi episodi ritenuti essere relativi ad acquisto e cessione di sostanze stupefacenti.
I successivi sviluppi degli elementi emersi dalle attività tecniche di intercettazione telefonica e ambientale, supportati da numerosi servizi di appostamento e pedinamento eseguiti anche nella vicina provincia foggiana, consentivano di acquisire comprovati indizi di colpevolezza, fermo restando che trattasi di procedimenti in fase di indagine per cui sino alla condanna definitiva vi è la presunzione di innocenza degli indagati, che hanno portato all’arresto delle quattro persone coinvolte, in esecuzione di una misura cautelare adottata dal GIP di Potenza.
Nel corso delle indagini relative all’operazione, convenzionalmente denominata “FRONTETUSIO”, sono stati acquisiti gravi indizi che hanno consentito di ritenere allo stato, che gli odierni indagati provvedessero ad approvvigionarsi, con cadenza settimanale, di sostanze stupefacenti nella vicina Cerignola (FG), per poi rivendere, le singole dosi, attraverso numerose e quotidiane cessioni verso una nutrita platea di acquirenti localizzati prevalentemente nel territorio palazzese e nei comuni limitrofi.
Cardine e promotore del sodalizio criminale, secondo le risultanze di indagine sarebbe stato Rocco SOLIMENA (cl.’59), noto pluripregiudicato di Palazzo San Gervasio, li quale, adoperando le proprie aderenze in territorio foggiano, poteva garantire approvvigionamenti di cospicue quantità di stupefacente, di tipo hashish e marijuana, da destinare alo smercio sul territorio lucano. Nel corso delle indagini erano acquisti elementi di prova in base ai quali si è ritenuto che SOLIMENA riuscisse ad assicurare il trasporto dello stupefacente fino a Palazzo San Gervasio, servendosi anche della “copertura” di alcuni componenti del proprio nucleo familiare, adottando particolari accortezze lungo li tragitto di ritorno, con la chiara finalità di eludere eventuali controlli di Polizia.
Lo “smercio” al dettaglio delle sostanze stupefacenti veniva, successivamente, curato dai sodali del SOLIMENA, che rifornivano i “clienti” su appuntamento presso luoghi di aggregazione del centro palazzese o, addirittura, consegnando lo stupefacente anche “a domicilio”, sia nello stesso comune che nelle limitrofe zone di Venosa, Banzi e Genzano.
Sempre secondo quelle che sono le risultanze delle indagini allo stato.
Per le plurime cessioni censite e documentate nel centro abitato di Palazzo San Gervasio (PZ), l’organizzazione si serviva in molteplici occasioni di un appartamento definito con il nome in codice “club” ubicato nel centro storico del paese, il quale non solo veniva utilizzato quale luogo di stoccaggio e deposito dello stupefacente, ma all’interno del quale, talvolta, gli acquirenti venivano ospitati per dar luogo alle illecite transazioni.
In merito, si evidenzia che gli indagati Roberto DI PIERRO (cl.00), Donato TEORA (cl.’99) e Antonio LORUSSO (cl.*02), nonostante la loro giovane età, vantano già un’esperienza di notevole spessore criminale, anche desunto dai loro numerosi precedenti specifici in materia di sostanze stupefacenti, registrati negli ultimi anni.
I contatti tra pusher e clienti, avveniva avvalendosi dell’utilizzo da parte degli indagati di utenze “citofoniche”, riconducibili anche a gestori telefonici stranieri, dedicate esclusivamente a specifici contatti tra selezionati interlocutori.
Nel corso delle indagini è stato documentato l’utilizzo assai frequente di contatti mediante messaggistica istantanea, tramite “app” adoperate sui dispositivi cellulari.
Nel corso delle indagini è emerso che gli indagati in una circostanza non si facevano scrupoli a forzare, con lucida spregiudicatezza, un posto di controllo finalizzato a sottoporre a controllo di Polizia l’autovettura degli indagati di ritorno da un’ennesima trasferta in terra pugliese dove si erano appena approvvigionati di sostanza stupefacente.
Nel precisare che il procedimento penale versa attualmente nella fase delle indagini preliminari, con la conseguenza che per tutti gli indagati vige il principio di presunzione di innocenza, fino all’ultimo grado di giudizio allorquando saranno definite le rispettive posizioni, si riporta, di seguito, l’elenco completo dei soggetti destinatari della misura cautelare limitativa della liberà personale:
- SOLIMENA Rocco, nato il 1959 a Palazzo San Gervasio (PZ), ordinanza di custodia cautelare in Carcere;
- DI PIERRO Roberto, nato il 2000 a Venosa (PZ), ordinanza di custodia cautelare in Carcere;
- TEORA Donato, nato il 1999 a Venosa (PZ), ordinanza di custodia cautelare in Carcere;
- LORUSSO Antonio, nato il 2002 a Venosa (PZ), ordinanza di custodia cautelare agli arresti domiciliari”.