Oggi si celebra San Luigi Gonzaga.
Figlio primogenito di Ferrante Gonzaga, primo marchese di Castiglione delle Stiviere, e di Marta Tana di Chieri, nacque nel castello di famiglia di Castiglione.
I genitori si erano conosciuti in Spagna, alla corte del re Filippo II.
Fu battezzato il 20 aprile 1568 dal parroco Giambattista Pastorio nella chiesa dei Santi Nazario e Celso (ora Duomo di Castiglione), rinnovando il nome del nonno Luigi Alessandro ,ed ebbe come padrino il cugino Prospero Gonzaga (1543-1614) di Luzzara.
Primo di otto figli, e quindi erede al titolo di marchese, fin dalla prima infanzia fu educato alla vita militare e all’età di cinque anni Ferrante portò con sé Luigi.
All’età di sette anni, tuttavia, avvenne la sua “conversione dal mondo a Dio”, come egli stesso la definì: sentendosi chiamato a consacrare la propria vita al Signore intensificò la preghiera, recitando ogni giorno in ginocchio i sette Salmi penitenziali e l’Ufficio della Madonna.
Nel 1576, a causa di un’epidemia nel feudo, venne trasferito a Firenze col fratello minore Rodolfo presso il granduca Francesco I de’ Medici, affinché fosse lontano dalla peste ma pure per farlo vivere presso una corte raffinata e confacente col suo rango.
A Firenze, nella basilica della Santissima Annunziata fece voto di perpetua verginità.
Tre anni dopo venne poi dislocato alla corte di Mantova, dove nel 1585 rinuncerà al titolo di futuro marchese di Castiglione, in favore del fratello Rodolfo.
Nel 1580 ricevette la Prima Comunione da Carlo Borromeo in visita nella Diocesi di Brescia (della quale Castiglione faceva parte a quel tempo).
Nel 1581 si recò a Madrid per due anni, come paggio d’onore del principe Diego (il padre era al servizio di Filippo II di Spagna).
A Madrid Luigi studiò logica, filosofia, teologia e matematica, mostrando la sua precoce intelligenza.
Studiò lettere, scienze e filosofia, lesse testi spirituali e relazioni missionarie, pregò e maturò la sua decisione di farsi gesuita e nonostante l’opposizione del padre inizialmente contrario (lo inviò in varie corti, sperando che la vita brillante lo facesse desistere dal suo proposito), all’età di 17 anni (il 25 novembre 1585) entrò nel noviziato della Compagnia di Gesù a Roma.
Studiò teologia e filosofia. A Roma ebbe tra i suoi insegnanti e direttore spirituale San Roberto Bellarmino.
Mentre si trovava nella capitale, Luigi apprese la notizia del morte del padre Ferrante, avvenuta il 13 febbraio 1586.
Nel 1590/91 una serie di malattie infettive uccisero a Roma migliaia di persone, inclusi i papi (Sisto V, Urbano VII, Gregorio XIV).
Luigi Gonzaga, insieme a san Camillo de Lellis e ad alcuni confratelli gesuiti, si prodigò intensamente ad assistere i più bisognosi.
Malato da tempo, dovette dedicarsi solo ai casi con nessuna evidenza di contagiosità, ma un giorno, trovato in strada un appestato, se lo caricò in spalla e lo portò all’ospedale della Consolazione.
Pochi giorni dopo morì, all’età di soli 23 anni.
Il suo corpo è tumulato nella chiesa di Sant’Ignazio a Roma, nello splendido altare barocco di Andrea Pozzo e Pierre Legros, mentre il suo cranio è conservato nella basilica a lui intitolata a Castiglione delle Stiviere.
La mandibola è custodita nella Chiesa Madre di Rosolini, in provincia di Siracusa.
La festa di San Luigi si celebra il 21 giugno, data della sua morte.
Venne beatificato 14 anni più tardi da papa Paolo V il 19 ottobre 1605.
Nel 1991 Giovanni Paolo II lo nominò patrono dei malati di AIDS.
Auguri a chi porta il suo nome.