“Non pretendiamo di avere la sfera di cristallo ma avevamo previsto il verificarsi di fatti ed eventi che oggi mettono ancora a dura prova la pazienza dei lucani e le loro urgenti aspettative, purtroppo ancora disattese, sul trasporto ferroviario.
Per questo ci eravamo assunti, per tempo e coraggiosamente, la responsabilità di congelare il contratto di servizio con Trenitalia, almeno fino a quando le legittime istanze della Basilicata non fossero state prese in considerazione e portate a compimento”.
Lo dichiara l’ex assessore alle Infrastrutture Donatella Merra che aggiunge:
“Ci è stata tolta l’occasione di far valere le ragioni dei cittadini per avverse dinamiche politiche, ormai note al colto e all’inclita. Ma mai avremmo sacrificato i lucani per bassi calcoli personali.
Spiace dirlo ma le nostre – tanto la mia che quella dei Sindacati – sono state vocis clamantis in deserto, voci strozzate in gola che invece meritavano di assurgere a battaglia collettiva e comune obiettivo di tutte le forze politiche del territorio, come purtroppo non è accaduto”.
“E tutto questo – incalza Merra – all’indomani di battaglie storiche vinte con la forza di chi ha sovvertito le regole del gioco: 8 treni per rinnovare nella sua interezza il parco rotabile ferroviario lucano per un investimento complessivo di quasi 70 milioni di euro, l’alta velocità, la ferrovia a Matera, l’elettrificazione della Potenza-Foggia e l’eliminazione di tutti i passaggi a livello, con imponenti opere di infrastrutturazione del territorio, tutte sfide vinte da chi non ha accettato di vedersi passare sulla testa le scommesse del futuro”.
“Ora però – prosegue l’esponente di FdI – i nodi tornano al pettine.
Dopo essersi fatti sfuggire il momento più propizio, il tempismo ineguagliabile di una fase vantaggiosa per far valere giuste e annose rivendicazioni, si scontano gli effetti di un grave atteggiamento rinunciatario del recente passato.
Treni soppressi e viaggiatori appiedati, si tratti di guasti imprevisti o di carenza di materiali che si vanno ad aggiungere a stop già preannunciati a causa di lavori programmati.
Sono convinta che l’attuale Governo regionale saprà dinnanzi farsi valere su queste problematiche, prima sottovalutate e non per nostra responsabilità.
Come, ad esempio, il miglioramento della comunicazione tra gestore del servizio, istituzioni e cittadini; comunicazione ancora intempestiva o poco chiara.
Perlomeno, alcuni problemi organizzativi più impellenti sarebbero stati evitati se si fosse abbracciata la nostra richiesta di puntare all’istituzione di una Direzione regionale autonoma della Basilicata per il servizio ferroviario, senza sottostare a vincoli esterni.
Questa era solo una delle istanze messe nero su bianco e consegnate a Trenitalia.
Parimenti, lo era l’istituzione di un’unità produttivo-manutentiva collocata sul nostro territorio che disaccoppiandosi dalla dipendenza della vicina Puglia, avrebbe reso la catena gestionale dei convogli lucani diretta e meglio regolabile, anche con ricadute occupazionali e industriali da non sottovalutare.
Peraltro, in virtù di un consistente aumento della produzione in treni e km annui per la Basilicata e in concomitanza di interventi sulla rete ferroviaria che garantiscono l’incremento dei servizi e della qualità del trasporto ferroviario, era più che lecito chiedere a Trenitalia la corretta valorizzazione delle forze produttive locali anche per superare la crisi di altri settori.
Così come era necessario superare la situazione relativa al Direttore unico, assegnato alla Puglia, per due Direzioni Regionali distinte che penalizza la nostra regione. Petizioni condivise con la FILT CGIL e anche con gli altri sindacati del settore”.
“All’epoca – continua Merra – definimmo la frettolosa firma del contratto di servizio, con una trattiva ancora in atto con Trenitalia, “la vittoria di chi si è arreso”.
Adesso ne siamo convinti, episodi alla mano.
Viaggiatori e organizzazioni di categoria denunciano, soppressioni e ritardi, anche a causa di materiale rotabile inadeguato, nonostante quanto sancito negli accordi sottoscritti.
Disguidi ed equivoci che potevano essere scongiurati, se solo si fosse deciso di NON arretrare dalla linea rossa di prerogative da noi considerate non svendibili.
Certo, si può ancora invertire la rotta ma occorrerà mettere in campo quella resilienza e quel coraggio che nella precedente legislatura fu tra i fattori, anche se non l’unico, che alimentarono uno scarto di visione tra la sottoscritta e il resto dell’Esecutivo”.
“Ribadiamo – conclude Merra – che dallo sviluppo del settore ferroviario dipende il progresso economico e sociale di questa regione la quale potrà uscire definitivamente dal suo isolamento quando supererà quegli storici impedimenti geografici, infrastrutturali e territoriali che sono purtroppo divenuti alla lunga anche un suo tratto psicologico da scardinare”.