Riceviamo e pubblichiamo un comunicato della sezione PD di Lavello:
“In data 28 agosto, la metà più uno dei consiglieri comunali ha protocollato le proprie dimissioni, decretando la fine di questa consiliatura.
Nonostante le dimissioni del sindaco Carretta, con maggiore forza i consiglieri comunali hanno certificato il fallimento di questa amministrazione durata solo 15 mesi.
Il nostro partito, con la firma della nostra consigliera comunale Annalisa Di Giacomo, ha sostenuto convintamente, così come dall’inizio della consiliatura, una posizione distante dall’inadeguatezza amministrativa, dai personalismi, da un approccio antidemocratico; aspetti che hanno caratterizzato sin dall’inizio questo breve periodo amministrativo.
Il governo locale uscente, non è stato in grado di garantire una trasparente gestione della cosa pubblica, non ha offerto una visione ed un impegno efficace per le sfide determinanti per il futuro della nostra comunità.
In questi pochi mesi di mandato amministrativo abbiamo sempre fatto rilevare la totale assenza di etica e morale politica, nel rapporto con la minoranza e di conseguenza con i suoi cittadini.
Eclatanti i consigli comunali senza risposta rispetto a temi focali per tutti, lavoro (legato alla crisi Stellantis ed indotto), agricoltura, sanità.
Tutte questioni che abbiamo portato all’ordine del giorno nell’agenda politica del consiglio comunale, ricevendo dall’altra parte sempre contrarietà, assenze ingiustificate, il tutto accompagnato da uno sterile per non dire ridicolo tentativo di confronto.
Nei vari tentativi di discussione pubblica nella massima assise comunale, il consiglio comunale, si era ormai del tutta dispersa la volontà di dialogo e confronto, mezzi poco avvezzi al Sindaco e alla sua maggioranza.
La strada per ricostruire una comunità, che come tale si identifica, dopo le opportunità perse, dopo i vari tentativi di declassamento delle istituzioni e della politica, é lunga e richiede impegno, attenzione e massima responsabilità, non improvvisazione e sopraffazione dello spirito democratico, valori in cui crediamo e che sempre difenderemo, per il bene di Lavello.
L’uscente consigliera comunale del partito democratico, Annalisa Di Giacomo dichiara:
‘Viviamo in un mondo politico.
La saggezza sta fuori dal tempio.
Si disfa sul marciapiede.
Non è d’aiuto, non è d’esempio” canta De Gregori parafrasando il testo di Bob Dylan. L’ho ascoltata sempre come inno puro e diretto e mai avrei pensato di conoscere la piena applicazione di questa frase.
Perché se l’aula consiliare si svuota di politica e di senso delle istituzioni, un’amministrazione non può trovare posto in quel luogo, nella casa di tutti i cittadini. Con la nostra firma, protocollata oggi, abbiamo detto fine a questa parentesi di governo locale.
Fine a questa amministrazione, durata davvero poco. Incapacità? Obiettivi sbagliati?
Sicuramente l’approccio li ha dirottati all’epilogo di una stagione contraddistinta dalla totale assenza di dialogo, confronto, costruzione di strategie e soluzioni ai problemi, anche quelli ordinari.
É vero che chi vince deve governare, la minoranza deve stare al suo posto ma fino ad un certo punto.
Depauperati nel nostro ruolo istituzionale, noi che eletti da cittadini con pari dignità rispetto ai loro elettori, non abbiamo potuto dare risposte, ma loro non hanno voluto farlo. Ne sono responsabili completamente.
La mancanza di un collante all’interno della maggioranza era eclatante, il tutto era incentrato nella persona del Sindaco, unico scudo dello schieramento, l’unico che provava a schivare non solo gli attacchi politici ma anche le proposte di soluzioni. Basta rivedere qualche video dei consigli comunali.
Cosa accadrà?
Voglio solo ricordare che tra pochi giorni riprenderà l’attività scolastica, senza aver messo in campo il benché minimo impegno a favore di questa comunità educante e questo la dice lunga sull’operato dell’amministrazione.
Non valorizzare questo luogo che ha il ruolo più importante nella nostra società, quello di formare e accompagnare il cittadino del domani, che ne favorisce maturazione e formazione civica é il segno tangibile che la rotta andava forzatamente deviata.
Dispiace, per una comunità come la nostra pagare lo scotto di un tempo perduto, sospeso tra il poter fare e la non volontà di farlo.
Non ho la presunzione di chiamarla incapacità ma perlomeno si é trattato di divergenze di visioni, obiettivi, angolature diverse di interpretazione della realtà.
Non rispetto a noi ma rispetto all’interesse collettivo. A tutto questo é mancata la politica, quasi a volerla scalciare per far posto all’ individualismo, al post ideologismo.
Ma le occasioni perse generano anche rivoluzioni e che sia ora buon vento, per i cittadini”.