Stellantis subisce, oltre le previsioni più pessimistiche, gli effetti della crisi che investe il settore automotive a livello internazionale.
È lo stesso Ceo Carlo Tavares ad ammetterlo:
“Dire che i risultati del semestre sono deludenti e modesti è dire poco.
Non sono contento”.
In questo contesto critico s’inserisce il caso Melfi che trascina con sé l’indotto con forti ripercussioni sull’occupazione: lo stabilimento lucano è passato da 7.200 operai a circa 5.400 mentre le aziende che ruotano attorno all’orbita Stellantis continuano a ricorrere ai contratti di solidarietà di fronte al crollo della produzione di auto (da 110.820 del primo semestre 2023 alle attuali 47.020).
Il contraccolpo più duro lo subisce la logistica con i circa 700 addetti che a causa della contrazione delle commesse sono in cassa integrazione a zero ore.
Di fronte a questo quadro preoccupante che rischia di impattare fortemente sull’assetto socio-economico della Basilicata, il presidente della Giunta regionale, Vito Bardi, ha deciso di focalizzare l’attenzione sul caso Stellantis convocando oggi organizzazioni sindacali e Confindustria Basilicata per fare il punto della situazione.
Una riunione che dà seguito concreto alla stagione del confronto Regione-sindacati-parti datoriali voluta dal presidente e avviata il 2 Settembre scorso.
All’evento era stata invitata anche Stellantis, ma i suoi dirigenti, per concomitanti impegni all’estero, non sono intervenuti.
Nel ribadire la necessità di fare corpo unico per affrontare nel suo complesso la questione Stellantis, il presidente Bardi ha assicurato l’impegno del governo regionale “per difendere il territorio e i lavoratori, dando seguito agli impegni assunti con l’azienda per sostenere la continuità produttiva dello stabilimento di Melfi.
Stiamo facendo e faremo tutto ciò che è nelle nostre possibilità e competenze”.
Ha evidenziato l’assessore regionale alle Attività produttive, Francesco Cupparo, presente all’incontro di oggi:
“A tal proposito nei prossimi giorni sarà portata in Giunta la delibera che fornisce una sponda burocratica e autorizzativa alla realizzazione di un impianto da fonti rinnovabili sullo stabilimento di San Nicola di Melfi, per il quale è previsto un investimento di 100 milioni.
In questo modo si risponde alla richiesta di Stellantis di alleggerire il peso energetico sul sito lucano.
In riferimento alle difficoltà sul fronte occupazionale, con il continuo ricorso, ormai dal 2014, alla cassa integrazione, Bardi ha ricordato di aver inoltrato – d’intesa con Confindustria Basilicata – la richiesta al Governo centrale di accollarsi nell’area di crisi complessa il 20% degli oneri ricadenti sulle imprese per la cassa integrazione in deroga.
Una misura che consentirebbe alle imprese dell’indotto e ai lavoratori nella speranza di poter superare questa fase critica.
I sindacati presenti all’incontro, tra i quali i segretari regionali Fernando Mega, Vincenzo Cavallo e Vincenzo Tortorelli di Cgil, Cisl e Uil, hanno concordato sulla necessità di non concedere alibi a Stellantis, spostando il tiro anche sulle politiche europee in tema automotive, considerate penalizzanti per il settore in tutta Italia.
Il presidente di Confindustria Basilicata, Francesco Somma, ha chiesto che i vantaggi energetici legati all’impianto da costruire sullo stabilimento di Melfi si riflettano anche sull’indotto, invocando un’accelerazione per la firma della delibera regionale.
Allargando il discorso alle sorti dell’intero tessuto produttivo lucano, Somma ha condiviso la richiesta del presidente Bardi di cancellare gli attuali dislivelli sul sistema degli incentivi della Zes unica del Mezzogiorno.
Al termine dell’incontro è stato deciso di preparare un documento unitario in cui sintetizzare le risultanze della riunione.
Le richieste condivise:
- l’approvazione della delibera sull’impianto energetico chiesto da Stellantis,
- il 20% da trasferire allo Stato per quanto riguarda la quota di cassa integrazione,
- le garanzie da Stellantis rispetto alle agevolazioni concesse sul territorio.
Verrà anche evidenziata la preoccupazione in relazione al ventilato mancato approdo della Gigafactory a Termoli, considerando che a Melfi c’è stato un investimento sul segmento batterie che rischia di essere vanificato.