Ottimizzare il potenziale operativo che c’è già e gestire, in maniera selettiva e ordinata, una rete di monitoraggio della domanda e delle prestazioni.
Nel mezzo, l’impegno a reclutare camici bianchi per rafforzare il sistema e il richiamo alla responsabilità dei medici sul tema dell’appropriatezza della prescrizione.
E’ questo l’approccio del governo lucano per fronteggiare il fenomeno delle liste d’attesa, rispondendo, tra l’altro, ai dettami della legge 107 del 29 luglio 2024.
L’intervento della Regione si poggia su un’impalcatura operativa che prevede tre pilastri: riunioni cicliche con le aziende sanitarie, costituzione di una cabina di regia per monitorare la situazione in maniera costante, potenziamento dell’offerta, pubblica e convenzionata.
Uno dei punti di forza dell’attività messa in campo arginare il problema – che è nazionale e non solo confinato in Basilicata – è rappresentato dall’”Unità centrale di gestione dell’assistenza sanitaria dei tempi e delle liste d’attesa”, istituita ufficialmente il 26 settembre scorso, presieduta e coordinata dall’assessore regionale alla Salute, Cosimo Latronico.
Il gruppo di lavoro è composto da professionisti di area sanitaria e amministrativa che provvederanno a individuare il Ruas (Responsabile unico regionale dell’assistenza sanitaria) a cui verranno attribuiti le funzioni e gli obiettivi, in termini di efficacia ed efficienza, dell’assistenza sanitaria e quelli contenuti nel Piano regionale sulle liste d’attesa da adottare annualmente.
Assicura l’assessore Latronico:
“Monitoreremo costantemente il rispetto dei criteri di efficienza nell’erogazione dei servizi e delle prestazioni sanitarie e il corretto funzionamento del sistema di gestione delle liste di attesa.
Punteremo l’attenzione, in particolare, sui volumi, sui tempi di attesa, sulle prestazioni critiche e sulle liste d’attesa in ambito aziendale.
Tutto ciò consentirà la definizione di interventi formativi per garantire che l’accoglienza dei pazienti e la comunicazione sulla permanenza nelle liste d’attesa siano gestite con competenze adeguate da parte delle strutture aziendali interessate.
L’obiettivo è rendere percepibile in ogni momento il carico sulla diagnostica e sulle visite mediche.
Tramite Cup deve essere chiaro qual è la disponibilità di prestazioni e i tempi, nella sua interezza, tenendo insieme il ramo pubblico e quello accreditato convenzionato”.