Si è tenuta oggi la cerimonia di premiazione della seconda edizione del Premio giornalistico “Divulgare la scienza”, promosso da Fondazione Golinelli in collaborazione con il Master in Giornalismo dell’Università di Bologna.
Agli studenti del biennio 2022-2024 del Master, la Fondazione bolognese ha lanciato una sfida: creare un elaborato per dimostrare la loro capacità di divulgare in ambito scientifico.
Dichiara Antonio Danieli, il Vice Presidente e Direttore Generale di Fondazione Golinelli:
«Divulgare la scienza alle nuove generazioni è fondamentale perché permette di coltivare una società più consapevole, informata e critica.
La scienza non solo stimola la curiosità e il pensiero creativo, ma fornisce anche gli strumenti per affrontare le sfide globali, come il cambiamento climatico, la salute pubblica e le innovazioni tecnologiche.
Educare i giovani alla scienza significa preparare menti capaci di risolvere problemi complessi, incentivando un progresso sostenibile e responsabile.
Inoltre, promuovere la cultura scientifica aiuta a combattere la disinformazione e a costruire un futuro più inclusivo ed equo».
«I giornalisti hanno una responsabilità cruciale: quella di diffondere informazioni accurate e il più complete possibile, raggiungendo il maggior numero di persone con un linguaggio adeguato.
Per questo motivo, abbiamo considerato fondamentale, oltre che stimolante, organizzare un’iniziativa in linea con l’approccio formativo a tutto tondo che contraddistingue il lavoro della Fondazione, al fine di incoraggiare una riflessione tra coloro che saranno i comunicatori del prossimo futuro».
«In un contesto in cui le materie umanistiche e scientifiche si intersecano sempre più, la divulgazione emerge come un mezzo chiave per valorizzare tali connessioni.
È in questo contesto che Fondazione Golinelli e il Master in Giornalismo di Bologna si sono uniti per una collaborazione proficua da cui è nato il premio “Divulgare la Scienza”.
Dichiara Antonio Danieli, il Vice Presidente e Direttore Generale di Fondazione Golinelli:
Inoltre, insieme alla Fondazione, è stato possibile offrire agli studenti l’opportunità di partecipare a laboratori dedicati al giornalismo scientifico e culturale, che hanno permesso di mettere in luce non solo gli aspetti più teorici, ma anche le necessità comunicative nelle aziende e nell’attuale mondo del lavoro.
Riteniamo, più in generale, che la preziosa collaborazione tra Fondazione e il Master possa contribuire in modo significativo all’arricchimento della cultura della divulgazione a Bologna».
Sul gradino più alto del podio è salito Giuseppe Nuzzi, studente di 27 anni di Matera, con un premio di 1500 euro.
Nel suo articolo ha esplorato la presenza di agenti cancerogeni nella vita quotidiana, dalla cosmesi al cibo, e come le notizie su di essi, spesso amplificate sui social media, possono generare allarmismo.
L’invito finale di Giuseppe è stato a informarsi e a evitare il panico, fidandosi della scienza.
Al secondo posto, con un premio di 1000 euro, Bianca Bettio, studentessa vicentina di 23 anni.
Con il suo pezzo, Bianca ha sfatato alcuni falsi miti legati al tumore al seno, come l’idea che deodoranti e reggiseni possano provocarlo.
Citando diversi studi scientifici che smentiscono queste credenze, ha sottolineato l’importanza di mammografie regolari e di stili di vita sani per la prevenzione.
Lavinia Sdoga, studentessa romana di 23 anni, si è aggiudicata la terza posizione e il premio di 500 euro.
Nel suo elaborato ha parlato della sindrome di Rett, una rara malattia genetica che compromette le capacità motorie e cognitive. Grazie ai progressi della ricerca e al progetto di tele-riabilitazione promosso dall’Airett molte pazienti possono accedere a cure specialistiche direttamente da casa, migliorando la loro qualità di vita senza dover migrare per trattamenti.
Una menzione speciale, con un riconoscimento di 500 euro, è andata infine a Dario Amighetti, studente di 30 anni di Palermo.
Dario ha raccontato di come, a 46 anni dalla Legge Basaglia, che chiuse i manicomi in Italia, il sistema psichiatrico si trovi in una fase critica, con carenze di risorse e personale.
La riforma ha trasformato l’approccio alla cura del disagio mentale, passando a modelli riabilitativi e preventivi, ma lo stigma sociale persiste e i finanziamenti insufficienti frenano il completamento della rivoluzione iniziata.
Nel mese di ottobre, gli elaborati premiati saranno caricati sul sito di Fondazione Golinelli per una consultazione aperta a tutti.