“Calibrare il manuale rispetto a quelle che sono le mutate necessità esplose nell’ambito assistenziale durante la pandemia.
A partire dal rapporto numerico operatori-assistiti, dalla conformità dei locali e dalla densità abitativa della singola struttura.
Paletti che in alcuni casi, come le cronache ci hanno raccontato sono saltati, con grave danno per ospiti e lavoratori.
Inoltre chiediamo alla Regione e alle Asl quando saranno disponibili i vaccini anti-influenzali per anziani e fragili, di cui ad oggi non vi è traccia”.
E’ quanto dichiarano Carmine Vaccaro e Franco Coppola della Uil Pensionati di Basilicata, alla luce della recente approvazione, da parte del Dipartimento Salute e Politiche della Persona della Regione, del manuale per l’accreditamento delle strutture residenziali socio-assistenziali per anziani, a bassa, media o alta intensità.
Dicono Vaccaro e Coppola:
“Siamo soddisfatti di questo passo in avanti lo abbiamo invocato per cinque anni.
Abbiamo fatto da pungolo in questo lungo tempo alle istituzioni regionali su questa annosa questione, senza riscontro.
Ora, finalmente con l’assessore Cosimo Latronico si mette fine a questa grave carenza.
A lui chiediamo maggiore aderenza dei criteri dell’accreditamento alla realtà mutata.
Perché il manuale in sé per sé contiene, nei suoi 13 articoli, i principi e le modalità per poter procedere alle istanze di accreditamento.
Per quanto concerne invece, il merito della questione, vale a dire gli elementi necessari per assicurare livelli quali-quantitativi adeguati rispetto alla ricettività, requisiti organizzativi e strutturali, vengono prese a riferimento la delibera di Giunta regionale 194/2017 e Legge Regionale 4 del 2017.
Parliamo di più di quasi 10 anni fa.
Anni in cui nel frattempo il mondo è completamente cambiato a causa della pandemia.
A nostro avviso sarebbe necessario dare corso ad una riflessione rispetto ai parametri e requisiti previsti, al fine di procedere a modifiche ed integrazioni rivenienti dall’analisi della loro efficienza-efficacia, contestualizzandole anche alle innovazioni introdotte nel frattempo, a partire dalla telemedicina e dalla nuova articolazione sanitaria della Medicina territoriale messa in piedi con le Aft”.
C’è poi la questione lavorativa che attiene ai dipendenti, a cui vanno garantiti i diritti ma anche la formazione necessaria.
“Considerata la specificità del settore e il ricorrente turn-over delle aziende interessate le imprese accreditate devono assicurare la tenuta dei livelli occupazionali, verificando che le clausole sociali previste sia dai Ccnl di riferimento che dalla legge 4 del 2017, siano rispettati verificando anche che i Ccnl applicati siano quelli sottoscritti dalla delle organizzazioni sindacali.
A tale proposito, per dare continuità ai rapporti di lavoro in essere, l’attenzione della Regione deve essere anche all’implementazione della formazione per aggiornare e legittimare l’utilizzo di personale con maturata esperienza, così da assicurare idonea professionalità rispetto alle funzioni da svolgere”.
A tutto questo la UilP invoca una ferrea attività di controllo, verifica e vigilanza del rispetto dei parametri previsti.
Concludono dalla UilP:
“Attualmente il manuale individua i soggetti responsabili nell’Ambito socio territoriale e nell’Ufficio di Piano regionale.
Considerato che l’Ats si avvale degli Uffici Tecnici dei Comuni di competenza e per gli aspetti sanitari dalle Asl territoriali, l’attività in questione andrebbe ulteriormente potenziata, questo perché spesso i Comuni sono carenti di personale, così come è acclarata la carenza organizzativa delle Asl sul territorio.
Inoltre ai sensi dell’art. 7 della legge 4/2017, che prevede l’obbligo da parte di tutti i soggetti operanti nella rete regionale integrata dei servizi di cittadinanza sociale, di mettere in atto un confronto permanente con le organizzazioni sindacali in merito agli atti di natura programmatoria e regolamentare previsti dalla stessa legge, ci attendiamo la calendarizzazione di una convocazione da parte dell’assessore, per confrontarci sul manuale in questione.
Il confronto costante con le parti sociali, riteniamo possa essere un valore aggiunto.
A lui chiediamo infine risposte sulla questione dei vaccini anti-influenzali, considerati i tanti appelli che riceviamo quotidianamente dai nostri associati, più volte mandati indietro dai medici di famiglia sprovvisti dei sieri”.