I Consiglieri regionali Vizziello e Chiorazzo hanno chiesto d’intesa coi colleghi consiglieri Cifarelli, Lacorazza, Araneo e Verri una Commissione d’Inchiesta per accertare le responsabilità nella gestione della crisi idrica.
“La necessità di chiedere l’istituzione di una Commissione d’Inchiesta volta ad appurare quello che non è andato per il verso giusto nella gestione del ciclo dell’acqua e che, a tutt’oggi, sottopone 140 mila cittadini lucani della provincia di Potenza a notevoli disagi per effetto del razionamento dell’acqua”.
È quanto affermano, in una nota, i consiglieri regionali di Basilicata Casa Comune, Gianni Vizziello e Angelo Chiorazzo, che hanno fortemente voluto e presentato oggi in Consiglio regionale, d’intesa coi colleghi consiglieri Cifarelli, Lacorazza, Araneo e Verri, una formale richiesta di istituzione di una Commissione d’Inchiesta, quale principale strumento ispettivo in possesso del Consiglio regionale sull’azione amministrativa della Giunta regionale e degli organismi da essa dipendenti.
Afferma il Capogruppo di Basilicata Casa Comune Giovanni Vizziello:
“La Commissione d’Inchiesta non è un tribunale dell’inquisizione ma lo strumento attraverso cui porre fine alla favoletta della crisi idrica determinata dalla mancanza o carenza di precipitazioni, cui non crede più nessuno come del resto confermato dai dati sulla dispersione idrica, superiore in Basilicata di oltre 20 punti percentuali rispetto alla media nazionale, con la città di Potenza che fa registrare il dato più alto d’Italia della percentuale di acqua immessa nei tubi e che non arriva ai rubinetti perché si perde per strada”.
Ha detto il Vice Presidente del Consiglio regionale Angelo Chiorazzo:
“Da mesi, 140.000 lucani di 29 comuni vivono una crisi idrica che affonda le sue radici in anni di cattiva gestione delle dighe lucane.
Le responsabilità sono molteplici e vanno dai fallimenti storici dell’EIPLI (Ente Irrigazione), fino al recente immobilismo politico e amministrativo della Regione Basilicata, aggravato dalla creazione di Acque del Sud S.p.A,, società destinata alla privatizzazione delle risorse idriche lucane e accolta senza resistenze dal governo regionale.
Questo è uno scippo dell’acqua ai danni dei lucani, e il Governo regionale, invece di tutelare i cittadini, continua a prendere tempo.
Anche il prelievo della risorsa dal fiume Basento andava previsto per tempo per assicurarsi della salubrità dell’acqua, i cui controlli richiedono almeno un anno con prelievi ogni mese.
È ora di indagare a fondo sulle responsabilità di chi ha permesso che si arrivasse a questa emergenza idrica”.