Il Consiglio dei ministri ha approvato il 22 Aprile le norme correttive che chiariscono in modo definitivo le regole per il calcolo degli acconti Irpef 2025.
Come spiegato da skytg24, una decisione che mette fine a settimane di incertezze e polemiche, soprattutto da parte dei Caf e dei sindacati, preoccupati per le ricadute sui contribuenti.
Secondo quanto annunciato dal viceministro dell’Economia, Maurizio Leo, i lavoratori dipendenti e i pensionati che non percepiscono redditi aggiuntivi non saranno tenuti a versare alcun acconto Irpef per l’anno prossimo.
Leo ha sottolineato:
“Evitiamo così qualsiasi aumento del carico fiscale su queste categoria rivendicando l’intervento come una misura di tutela e correttezza nell’applicazione della riforma fiscale”.
Il chiarimento normativo si è reso necessario a causa di un difetto di coordinamento tra il decreto legislativo del 2023, che aveva introdotto in via sperimentale la riduzione degli scaglioni Irpef da quattro a tre, e la legge di Bilancio 2025, che ha reso strutturale questa riduzione.
Tuttavia, una parte della normativa era rimasta ancorata al vecchio sistema a quattro aliquote per il calcolo degli acconti, generando confusione e potenziali aggravi.
“Abbiamo approvato il provvedimento in tempo utile per evitare errori nei versamenti e nelle dichiarazioni”, ha aggiunto il viceministro, esprimendo soddisfazione per la rapidità dell’intervento.
La correzione comporterà per il 2025 un costo stimato di 245,5 milioni di euro.
L’onere sarà coperto attraverso una riduzione del Fondo Mef per la sistemazione contabile delle partite sospese e, nel 2026, la somma verrà riversata in un fondo destinato alla compensazione di eventuali scostamenti di bilancio.
Soddisfatti i centri di assistenza fiscale.
Giovanni Angileri, presidente del Caf Uil ha detto:
“È una misura importante che tutela i contribuenti più esposti, evitando loro oneri sproporzionati”.
Tuttavia, Angileri ha anche evidenziato le difficoltà operative già riscontrate, poiché la campagna fiscale era cominciata senza un quadro normativo chiaro.
La necessità di intervenire era emersa già un mese fa, dopo che la Cgil e alcuni Caf avevano denunciato “una clamorosa ingiustizia”.
Il segretario confederale della Cgil Christian Ferrari e Monica Iviglia presidentessa del Consorzio nazionale Caaf Cgil, affermano:
“La correzione è una buona notizia per chi vive di salario o di pensione, era questo l’obiettivo della denuncia della Cgil e del Caaf, e siamo soddisfatti di aver difeso i diritti delle persone che rappresentiamo”
Il salva acconti o salva 730 consente di applicare le tre aliquote Irpef nel calcolo degli anticipi d’imposta 2025.
In questo modo viene sterilizzata la clausola rimasta ferma al decreto delegato (Dlgs 216/2023) di attuazione della riforma fiscale che aveva previsto per un solo anno il passaggio da quattro a tre aliquote Irpef mentre l’ultima legge di Bilancio ha messo a regime l’applicazione delle tre percentuali di prelievo.
Le tre percentuali di prelievo sono:
- 23% fino a 28mila euro,
- 35% oltre 28mila euro e fino a 50mila euro,
- 43% oltre i 50mila euro.
Il provvedimento che alleggerisce gli acconti Irpef si è reso necessario e urgente anche in vista delle dichiarazioni precompilate che l’Agenzia delle Entrate metterà a disposizione entro il 30 Aprile.
L’intervento correttivo serve proprio a consentire all’Agenzia delle Entrate di predisporre la dichiarazione dei redditi precompilata da mettere a disposizione dei contribuenti entro mercoledì 30 aprile tenendo già conto della modifica e quindi del calcolo degli acconti Irpef in base alle tre aliquote.
Le ricadute, secondo le analisi condotte dalla consulta dei Caf per Il Sole 24 Ore, consentono ai contribuenti, a seconda della fascia di reddito, di non incappare in maggiorazioni che sarebbero potute arrivare fino a 260 euro.