La consigliera del Comune di Melfi Angela Bisogno (MoVimento 5 Stelle) ha comunicato la consegna delle 2543 firme, già inoltrate in forma digitale, al presidente della Regione Basilicata Marcello Pittella in merito al destino dell’Ospedale di Melfi.
La consegna è stata accompagnata da una lettera indirizzata al governatore e firmata da Bisogno che noi pubblichiamo integralmente.
“Egregio Presidente Pittella,
Immagini che qui ci siano le 2543 persone che hanno sottoscritto la petizione, che ho provveduto ad inviarle tempo addietro. Sono uomini, donne, papà, mamme, nonni, commercianti, operai, studenti, disoccupati, liberi professionisti, immagini che tutti insieme le chiedano un impegno concreto per tutelare l’Ospedale di Melfi.
Si tratta di cittadini, non solo di Melfi, ma provenienti anche da altre zone del Vulture-Melfese, preoccupati che l’Ospedale sito in Melfi stia subendo un forte ridimensionamento.
Lanciavamo questa petizione per far riaprire il servizio di SPDC ubicato nell’ospedale di Melfi, ma anche per tutelare la volontà e l’esigenza, palesata da ogni cittadino, di mantenere e migliorare l’intera struttura ospedaliera.
Durante il Consiglio Comunale aperto che si è svolto in data 26/10/2016, Lei rassicurava i cittadini riguardo la sorte del nostro nosocomio, da allora la situazione non è per nulla migliorata, anzi continua a peggiorare.
La carenza di personale, sia medico che infermieristico, è ormai cronica.
Nello spazio che prima era destinato solo dalla Chirurgia, adesso sono ammassati anche i reparti Otorino ed Ortopedia.
Non si effettuano più visite ambulatoriali di Ortopedia.
Da ultimo, solo in ordine cronologico, vi è il grave disagio legato al servizio farmacia, che, da più di un mese ha smesso di erogare farmaci, per molti di vitale importanza, ai pazienti esterni. Un problema che sulla carta sembrerebbe superato, ma in realtà grava ancora sui pazienti, in attesa di una soluzione, che potrebbe essere quella di creare apposite convenzioni con le farmacie dei comuni dell’area, come già in uso in altre zone d’Italia, evitando di caricare i pazienti di un ulteriore disagio per il viaggio.
Inoltre con il sopraggiungere dell’estate si stanno creando ulteriori disagi legati alle ferie del personale medico ed infermieristico, con il rischio che qualcuno dei reparti rimasti venga addirittura sospeso.
Sicuramente non è saggio, né rivela alta capacità organizzativa lasciare scoperta, dal punto di vista sanitario, un’area della Basilicata, così densamente popolata e nella quale è collocata gran parte delle strutture industriali della regione oltre allo stabilimento FCA.
Non bisogna dimenticare, che l’ospedale di Melfi garantisce assistenza sanitaria ad oltre 100 mila persone dell’area del Vulture Melfese, infatti, al di la dei residenti, non vanno trascurate le migliaia di persone provenienti da Puglia, Campania, Calabria e dall’area sud della Basilicata che quotidianamente raggiungono quest’area per lavorare nel settore industriale.
A causa degli attuali disagi conseguenza della reale riduzione dei servizi, molti pazienti del Vulture Melfese si rivolgono ad altre strutture, anche fuori regione, pertanto si riduce il numero delle utenze presso il nosocomio di Melfi.
Se non si pone un freno a questo trend, si può ben intuire cosa accadrà all’Ospedale di Melfi, nei prossimi 5 anni.
Preoccupante non è solo il continuo migrare dei pazienti verso l’ospedale di Potenza (già in sovraccarico), raggiungibile percorrendo la statale 658, ormai tristemente nota per gli incidenti che periodicamente si verificano, ma anche le numerose richieste di trasferimento di medici che sono costretti a lavorare in costante condizione di disagio.
Emblematico il grafico sottostante che rappresenta l’aggravio chilometrico che va a gravare sui pazienti (e loro familiari) dell’area Nord della Basilicata, che fino a poco tempo fa facevano riferimento all’ospedale di Melfi.
Tale situazione pregiudica soprattutto gli anziani e per le fasce più deboli.
Solo ad inizio Luglio, come ben saprà, sulla Potenza-Melfi c’erano ben 4 cantieri a rallentare il normale flusso del traffico, che creavano non pochi disagi.
Fatte tali premesse, i cittadini hanno il diritto di avere risposte concrete.
- Fino a quando i pazienti dei reparti di Chirurgia, Otorinolaringoiatria e Ortopedia saranno costretti a stare ammassati in un unico reparto?
- Quando ci saranno nuovi bandi per l’assunzione di personale medico ed infermieristico e quante saranno le nuove unità previste per ciascun reparto?
- La nuova risonanza magnetica, acquistata ed ancora mai installata, quando sarà disponibile?
- Quando sarà disponibile ed efficiente la nuova ala dell’Ospedale di Melfi?
- Quando saranno risolti i disservizi causati dalla farmacia?
Non vorremmo che l’attuale depotenziamento della struttura, serva a simulare un futuro potenziamento che non garantirà comunque le esigenze del su menzionato bacino di utenza.
Altresì non sarebbe accettabile che il ridimensionamento dell’Ospedale di Melfi serva a far rifiorire qualche altra struttura sanitaria ospedaliera o privata.
Inoltre, a nome degli 2543 cittadini che hanno sottoscritto questa petizione, chiedo a lei di avviare, entro il mese di Ottobre, un tavolo tecnico (in cui sarò invitata a partecipare, come portavoce di migliaia di cittadini preoccupati per l’ospedale) per discutere seriamente e pubblicamente dell’Ospedale di Melfi, certi che non si sottrarrà a tale richiesta”.
Le risposte sono state, a detta la consigliera Bisogno, un po’ vaghe, ma Pittella ha promesso entro Ottobre un nuovo tavolo tecnico per discutere dell’Ospedale di Melfi, nel quale si valuteranno lo stato del nostro nosocomio e quante delle parole del Presidente si saranno effettivamente verificate, quanto delle iniziative che A.S.P. e Azienda Ospedaliera Regionale San Carlo avranno avuto luogo e quante saranno rimaste lettera morta.