La Direzione Investigativa Antimafia (DIA) ha trasmesso alle Camere la Relazione sull’attività svolta e sui risultati conseguiti dalla DIA nel primo semestre del 2016.
La Basilicata, data la sua collocazione geografica, si trova ad essere esposta agli appetiti delle mafie storiche provenienti dai territori limitrofi (Calabria, Campania e la stessa Puglia).
La DIA ha evidenziato:
“Allo stesso modo proprio in ragione della peculiare posizione geografica che si presta a forme di pendolarismo criminale, numerosi sono stati i casi di soggetti di origine calabrese e pugliese tratti in arresto sul territorio”.
I gruppi criminali operativi sulla provincia di Potenza esercitano perlopiù pratiche estorsive nei confronti degli esercizi commerciali. L’azione repressiva si è concentrata nei confronti del traffico di stupefacenti, della sicurezza agroalimentare, nel contrasto al lavoro nero e nella prevenzione di reati ambientali.
I sodalizi attivi in Puglia e Basilicata non possono contare su propaggini nazionali ed esteri paragonabili alle mafie storiche. Ciononostante la DIA evidenzia il dinamismo di taluni gruppi nello spingersi in altre regioni per compiere furti e rapine e gestire lo smistamento dei carichi di droga.
All’estero paesi come Albania, Germania e Spagna si presentano come punti di riferimento per il traffico di armi e stupefacenti o come luoghi per trascorrere la latitanza.
Ecco nel dettaglio la situazione in provincia di Potenza:
La costante azione preventiva e repressiva della Magistratura e delle Forze di polizia ha significativamente contenuto la passata escalation di attentati incendiari ed atti intimidatori verificatisi nel capoluogo.
Nonostante ciò, nel periodo in esame si sono ancora registrati alcuni episodi delinquenziali della medesima natura, da parte di soggetti non necessariamente contigui alla criminalità organizzata.
In questo contesto, una valenza criminale significativa è assunta dal mercato degli stupefacenti.
Ne sono prova, tra le molte, le operazioni di polizia che a Potenza, il 6 Ottobre e l’11 Novembre 2106 hanno portato all’arresto, in flagranza di reato, di un trafficante salernitano e di due corrieri spagnoli.
A queste si aggiunge l’indagine che il 4 Dicembre ha consentito l’arresto a Cerignola (FG), in flagranza di reato, di un pregiudicato lucano diretto a Lavello (PZ), che deteneva hashish e cocaina.
L’area del “Vulture-Melfese” (comprendente i comuni di Melfi, Rionero in Vulture e Rapolla) e il suo hinterland risentono, invece, delle attività criminali gestite dei gruppi foggiani, soprattutto di quelli operanti nella vicina Cerignola.
La recente scarcerazione di un esponente di spicco del sodalizio DI MURO-DELLI GATTI, considerato il precario equilibrio criminale del territorio, potrebbe generare nuove tensioni con il clan CASSOTTA, notoriamente antagonista, nonché con i GAUDIOSI- BARBETTA.
Relazione del Ministro dell’interno al Parlamento sull’attività svolta e sui risultati conseguiti dalla Direzione Investigativa Antimafia 5.
Essenziale risulta l’attività di prevenzione coordinata svolta da magistratura e forze di polizia, fondata su un’analisi attenta dei dati ed una intelligente integrazione delle informazioni raccolte a vasto raggio.
E la Dia è rivolta prioritariamente ad un ulteriore ampliamento delle attività di prevenzione, a partire dal contrasto del riciclaggio, delle infiltrazioni negli appalti pubblici fino all’adozione delle misure di prevenzione patrimoniale.
Sul piano generale, nella provincia di Potenza i sodalizi criminali risultano così distribuiti:
- nel potentino, il clan MARTORANO-STEFANUTTI;
- nella zona di Pignola e Potenza, il gruppo RIVIEZZI;
- nei comprensori di Rionero in Vulture e Venosa, il gruppo MARTUCCI;
- nell’area Vulture-Melfese, tra cui Rionero, Melfi e Rapolla, esponenti del clan CASSOTTA, del contrapposto clan DI MURO-DELLI GATTI nonché i gruppi GAUDIOSI-BARBETTA.
Di seguito il quadro diffuso dalla DIA inerente al fenomeno mafioso nella regione Basilicata: