Ieri sera la trasmissione di Rai 1 “Fuori Luogo”, Mario Tozzi ha fatto tappa in Basilicata per parlare di magia e petrolio.
Il viaggio è iniziato da Potenza per vedere come questo luogo rimasto immutato nel tempo ha fronteggiato la modernità: tra industrializzazione e petrolio.
Il conduttore Mario Tozzi, da una panchina in piazza Mario Pagano, aveva iniziato il suo viaggio in Basilicata.
La puntata dedicata alla nostra terra si è aperta proprio da questa panchina dove Tozzi ha tirato fuori la cartina della Basilicata per illustrare le tappe dell’itinerario lucano:
- Potenza;
- Aliano;
- Tramutola;
- Viggiano;
- Colobraro;
- Metaponto.
Ad Aliano, il paese dei calanchi, d’obbligo un giro tra i vicoli suggestivi e un approfondimento sull’origine di questi antichi solchi.
Tozzi dopo la visita ad Aliano e la spiegazione sull’aspetto geomorfologico dei calanchi ha dichiarato:
“Questo è ciò che accade in superficie ma qui in Lucania è importante anche ciò che accade sotto terra perché negli ultimi decenni la situazione è nettamente cambiata perché la Lucania è sempre la stessa ma sotto c’è qualcosa di diverso”.
Trasmessi tratti del reportage “Da Ferrandina nuove prospettive per il Sud” girato nel 1959 quando in Basilicata iniziarono le prime spedizioni per la ricerca del petrolio.
Nel video gli occhi increduli dei contadini al passaggio dei grossi mezzi e delle trivelle che perforavano ininterrottamente il terreno, prima 4 poi molti di più i pozzi realizzati ed infine l’intervista e Enrico Mattei che sottolineava l’importanza di queste ricerche “rivoluzionarie” per il rilancio dell’economia di un popolo in balia della miseria e della povertà.
A questo punto il viaggio è proseguito in Val d’Agri dove una ventina di anni fa è iniziata la nuova avventura del petrolio lucano.
Tozzi ha raccontato:
“A Tramutola tutto questo è iniziato in maniera spontanea negli anni Trenta”.
Ci sono alcune campagne a Tramutola che vedono venir fuori il petrolio spontaneamente: sul torrente si vede da un lato una patina di residui di idrocarburi di colore marroncino che galleggia sulla superficie del torrente, dall’altro residui di zolfo.
Quando a Tramutola negli anni Trenta si fecero queste scoperte qualcuno pensò che potesse esserci un giacimento petrolifero e iniziarono così le ricerche destinate a durare una ventina di anni.
In questo tempo nessun giacimento fu rinvenuto nella zona perché le trivelle di allora non erano in grado di scavare a profondità elevate.
Mario Tozzi ha poi dato alcuni numeri sul petrolio:
“In Italia ci sono 818 pozzi di petrolio attivi di cui 475 su terraferma e 343 in mare.
Nel 2016 in Italia sono stati prodotti 3,7milioni di tonnellate di petrolio.
Gli idrocarburi però, si sa, inquinano ed hanno un effetto importante sull’effetto serra che surriscalda il clima.
Oggi in Italia il fabbisogno elettrico è soddisfatto oltre il 30% delle energie rinnovabili c’è sempre meno bisogno di pescare negli idrocarburi che comunque inquinano.
Ecco perché in questa contraddizione si deve intravedere il nuovo sviluppo della regione Lucania che non può essere più su una fonte energetica destinata a finire e che comunque inquina e che abbandoneremo presto ma su altre cose che abbiamo rischiato di trascurare in questi anni”.
Alla fine degli anni Settanta inizia una nuova avventura petrolifera in Basilicata e il viaggio è proseguito a Viggiano capitale del petrolio lucano.
Tozzi ha varcato la soglia dello stabilimento Eni di Viggiano accolto da Walter Rizzi, responsabile dei progetti Eni Lucania, che ha spiegato:
“Oggi in Basilicata abbiamo 24 pozzi produttivi, nel tempo ne abbiamo perforati molti di più.
Qui in Val d’Agri un pozzo costa circa dai 35 ai 40 milioni di euro, un po a seconda delle profondità.
Abbiamo dei pozzi che arrivano a produrre 2000 barili al giorno, 3000 e altri anche 10.000 barili al giorno”.
Il tour nel centro oli è continuato nel cuore produttivo dello stabilimento dove ci sono i serbatoi in cui avviene la separazione degli elementi: l’olio, l’acqua e il gas.
Poi è stati affrontato il tema della paura per gli incidenti e Rizzi ha raccontato dell’ultimo sversamento avvenuto in Val d’Agri.
Intervistati i cittadini di Viggiano, che hanno dichiarato:
“Il petrolio ha portato innegabilmente occupazione giovanile però l’agricoltura e l’artigianato si stanno azzerando perché tutti aspirano a un posto nell’industria.
In agricoltura più della metà delle aziende che c’erano prima ora hanno chiuso.
A Viggiano arrivano dai 15 ai 18 milioni di euro all’anno di royalties ma la salute dei viggianesi vale più di 18 milioni di euro”.
Dopo la questione petrolio è iniziato il tour verso la Lucania arcaica alla volta del paese che non si può nominare “Colobraro” e le spedizioni negli anni Cinquanta dell’antropologo Ernesto de Martino autore del libro Sud e Magia.
Masciare, fascinazione e magia lucana sono stati i temi raccontati dallo scrittore di Melfi Raffele Nigro .
Nigro in tema di petrolio ha detto che i soldi delle royalties sono serviti a far venire cantanti importanti e realizzare eventi ma nulla è stato fatto per l’occupazione giovanile.
Le telecamere di “Fuori Luogo” si sono spostate sulla costa ionica nel parco archeologico di Metaponto.
Tozzi ha concluso il suo viaggio in Basilicata seduto su un lettino della spiaggia di Metaponto circondato da bagnanti rilassati e divertiti, e ha lanciato quest’ultima dritta:
“La strada del petrolio fino ad ora intrapresa è una strada che non porta da nessuna parte non soltanto perché il petrolio finirà ma soprattutto perché le conseguenze delle combustioni degli idrocarburi sono così nefaste che dovremo abbandonarli ben prima che questi finiscano e allora cosa sarà di questa regione se ha puntato tutte le sue risorse in quel verso?
Un’altra strada c’è ed è quella di puntare sulla cultura, sulle tradizioni e anche sull’enogastronomia, sul turismo di qualità, questi sono i punti di forza”.