Il nuovo strumento per combattere la povertà e tutelare le fasce deboli si chiama Rei (Reddito d’Inclusione) e partirà dal 1 Gennaio 2018.
Il Consiglio dei ministri ha approvato definitivamente il decreto legislativo che introduce questa misura che si rivolge a una platea di 400 mila famiglie, pari a circa 1,8 milioni di persone.
Il Rei sostituisce il Sia, sostegno all’inclusione attiva.
L’importo dell’aiuto corrisponde al massimo a quello dell’assegno sociale per gli over 65 senza reddito, pari a 485 euro al mese.
L’importo dipenderà dal numero dei componenti della famiglia e dalla situazione familiare e reddituale.
Come funziona il fondo:
Il Fondo Povertà riserverà 20 milioni di euro all’anno per la lotta alla povertà estrema.
Questi stanziamenti si sommano ai fondi (50 milioni di euro per due anni) che i Comuni e le Regioni riceveranno dal Ministero a partire dal prossimo mese di Settembre per sostenere politiche innovative per le persone senza dimora (housing first e housing led per le politiche abitative, ma anche nuovi modi di accogliere e incontrare le persone per strada e nei servizi di bassa soglia, rimettendo al centro la persona, la sua dignità e i suoi diritti).
Il Rei è articolato in due componenti:
- un beneficio economico erogato su dodici mensilità, con un importo che andrà da circa 190 euro mensili per una persona sola, fino a quasi 490 euro per un nucleo con 5 o più componenti;
- una componente di servizi alla persona identificata, in esito ad una valutazione del bisogno del nucleo familiare che terrà conto, tra l’altro, della situazione lavorativa e del profilo di occupabilità, dell’educazione, istruzione e formazione, della condizione abitativa e delle reti familiari, di prossimità e sociali della persona e servirà a dar vita a un “progetto personalizzato” volto al superamento della condizione di povertà.
Tale progetto indicherà gli obiettivi generali e i risultati specifici da raggiungere nel percorso diretto all’inserimento o reinserimento lavorativo e all’inclusione sociale, nonché i sostegni, in termini di specifici interventi e servizi, di cui il nucleo necessita, oltre al beneficio economico connesso al ReI e, infine, gli impegni a svolgere specifiche attività, a cui il beneficio economico è condizionato, da parte dei componenti il nucleo familiare.
Come si richiede:
Al Rei si accederà attraverso una dichiarazione a fini ISEE “precompilata”.
È un’importante innovazione di sistema, che caratterizzerà l’accesso a tutte le prestazioni sociali agevolate migliorando la fedeltà delle dichiarazioni da un lato e semplificando gli adempimenti per i cittadini dall’altro.
Il Rei sarà concesso per un periodo continuativo non superiore a 18 mesi e sarà necessario che trascorrano almeno 6 mesi dall’ultima erogazione prima di poterlo richiedere nuovamente.
Il decreto disciplina anche le possibili espansioni del Rei, in termini di graduale incremento del beneficio e dei beneficiari.
In presenza di maggiori risorse o di risparmi strutturali, l’estensione della misura potrà essere realizzata mediante l’adozione di un Piano nazionale per la lotta alla povertà e all’esclusione sociale, da adottarsi con decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri.
Il premier Paolo Gentiloni, dopo l’approvazione in Cdm delle misure contro la povertà, ha dichiarato:
“Via libera definitivo al Reddito di Inclusione.
Un aiuto a famiglie più deboli, un impegno di Governo Parlamento e Alleanza contro la povertà”.
Il deputato del Pd, Edoardo Patriarca, ha sottolineato:
“Col reddito di inclusione nasce una nuova stagione per il nostro welfare: non solo un assegno ma anche la presa in carica dei soggetti più deboli”.