Dopo la proclamazione dello sciopero nazionale da parte dei docenti universitari al quale hanno aderito anche 41 docenti dell’ateneo lucano, il Consiglio degli Studenti dell’Unibas ha scritto una lettera aperta alla Rettrice, prof.ssa Aurelia Sole e ai docenti dell’Università degli Studi della Basilicata.
Nella nota diffusa dal Presidente del Consiglio degli Studenti, Sebastiano Greco, si legge:
“Il Consiglio degli Studenti chiede il recupero degli appelli che saranno sacrificati entro 14 giorni dalla data in cui si sciopera.
In qualità di studenti, ancor prima che rappresentanti eletti nei vari Organi di Ateneo, riteniamo di prendere le dovute distanze dallo sciopero previsto per il periodo compreso tra il 1 settembre ed il 31 ottobre, indetto dal Movimento per la dignità della docenza universitaria, con cui è stata proclamata l’astensione dallo svolgimento degli esami di profitto nelle Università italiane.
Da sempre riteniamo di estrema importanza e di interesse generale gli obiettivi della formazione e della ricerca, nonché della terza missione, rientranti nel significato stesso di Università al fine di garantire un diritto allo studio di qualità; così come operiamo nella convinzione che debbano intensificarsi gli sforzi e gli interventi del Governo e nel nostro caso delle Istituzioni locali per garantire una formazione ed una ricerca d’eccellenza e allo stesso tempo contempliamo e difendiamo il diritto di sciopero come un diritto di libertà, come sancito dall’art. 40 della Costituzione Italiana.
Nulla da dire, dunque, sulle motivazioni ritenute legittime, che hanno portato circa 5444 docenti di 79 Università italiane e Centri di Ricerca, tra cui 41 dell’Università degli Studi della Basilicata, ad aderire al suddetto sciopero; contestiamo apertamente però, la scelta di individuare come vittime della disputa gli studenti, a cui non è imputabile alcuna responsabilità né alcuna colpa, per le discutibili scelte operate in questi anni in materia di scatti stipendiali, dai Governi che si sono succeduti e che ad oggi sono l’oggetto del contendere.
Nonostante le buone intenzioni dei promotori, la scelta di impedire agli studenti di avvalersi della facoltà di sostenere un esame nella sessione autunnale, sicuramente non il modo migliore per ottenere da parte nostra solidarietà e sostegno nel portare avanti i pur condivisibili ideali che ispirano la vostra battaglia.
Molto spesso sentiamo dire che le giovani generazioni non sanno più per cosa battersi, noi proviamo a batterci nel nostro piccolo abbracciando le battaglie che da vicino riguardano un diritto allo studio dignitoso per i circa 7000 studenti dell’Unibas.
A proposito di scioperi ci piace ricordare quanti in passato si sono realmente battuti scendendo in massa nelle piazze, per garantire condizioni migliori ai propri figli e alle generazioni attuali, che sono poi i padri della nostra tanto decantata società contemporanea.
Ci teniamo a sottolineare che nella maggior parte dei casi, la scelta di sostenere un esame nella sessione autunnale, prima dell’inizio dei corsi e nel periodo interessato dallo sciopero, non è per niente casuale e non lo è soprattutto per il nostro piccolo Ateneo.
Sono tanti, infatti, gli studenti che decidono per ragioni di necessità e non di pigrizia di avvalersi degli appelli previsti tra settembre e ottobre al fine di poter conseguire la Laurea entro la fine dell’anno, magari perché hanno intenzione di iscriversi ad un Corso di Laurea Magistrale, o di partecipare ad un concorso o semplicemente di affrettarsi a trovare un occupazione, perché si tratta di un esame propedeutico ad altri, o semplicemente perché vogliono partecipare ad un Master o hanno già programmato un’esperienza all’estero.
In altre parole sono tanti gli studenti che programmano giorno dopo giorno il proprio futuro nel quotidiano clima di incertezza che è padrone del nostro tempo!
Nella nostra Università perlopiù ci sono diversi Corsi di Laurea in cui è previsto un solo appello nel periodo interessato dallo sciopero ed è in quei casi che l’incertezza sale, soprattutto nei casi in cui non è dato sapere a priori quando l’appello potrà essere recuperato.
Tuttavia, in questo ci viene incontro proprio la lettera ufficiale promossa dal Movimento per la dignità della docenza universitaria, che ricordiamo essere promotore dello sciopero.
Nel suddetto documento, al terzo punto del paragrafo riguardante le modalità di astensione, troviamo scritto:
“Verrà assicurata in ogni caso la tenuta di almeno un appello degli esami di profitto nell’ambito del periodo 1° settembre – 31 ottobre p. v. Pertanto, nelle Sedi in cui i calendari degli esami prevedano un solo appello per gli esami di profitto in tale periodo, e questo cada nel periodo anzidetto, ci asterremo dal tenere tale appello, per la durata massima di 24 ore corrispondenti alla giornata fissata, ma stabiliremo un appello straordinario dopo 14 giorni dalla data del giorno dello sciopero.”
Proprio su questo punto che intendiamo soffermarci per chiedere che nel nostro Ateneo i docenti che aderiranno allo sciopero o che vi hanno già aderito, garantiscano almeno un appello nel periodo che va dal primo settembre al 31 ottobre e che soprattutto per i Corsi di Laurea in cui è previsto un solo appello in tale periodo, quest’ultimo venga recuperato nei 14 giorni successivi dalla data del giorno dello sciopero.
Per una volta non chiediamo nulla di più che la tutela di un diritto estremamente essenziale e che riguarda l’intera comunità studentesca senza alcuna distinzione.
La stessa richiesta è emersa anche dall’ultima riunione del Consiglio degli Studenti dell’Unibas, tenutasi lo scorso mese di Luglio, che con parere unanime dei suoi membri si è espressa sul punto.
Pur contestando le modalità dello sciopero, rispettiamo la volontà e le buone intenzioni di quanti hanno deciso di aderirvi e di quanti ancora vi prenderanno parte, con l’auspicio che la nostra richiesta possa essere presa in considerazione non tanto nei nostri confronti, ma nei riguardi di tutti gli studenti dell’Università degli Studi della Basilicata”.