Il mese di Ottobre è sempre stato uno dei periodi più produttivi, evocativi e importanti per le comunità del Vulture-Melfese.
I borghi si riempiono di turisti, le campagne generano i loro frutti più preziosi, i boschi cambiano colore offrendo un magnifico spettacolo della natura.
Ottobre è il mese delle sagre: dalle castagne al vino, dalle noci ai funghi, il meglio della produzione locale trova in questo mese la massima espressività.
Il Vulture-Melfese, si sa, è una terra in cui turismo culturale e turismo gastronomico sono sempre andati d’accordo, grazie alle varie eccellenze e grazie alla capacità di saper attirare visitatori e investimenti.
Su tutte l’Aglianico del Vulture, uno dei vini più apprezzati a livello mondiale, un prodotto in cui si riconosce un’intera comunità, un’eccellenza che ha il suo glorioso passato storico, dal poeta venosino Orazio che ne esaltava le qualità, a Federico II che promosse la coltivazione del vitigno.
Proprio ieri è arrivata la bellissima notizia che l’Aglianico continua a riscuotere successi a livello internazionale, capace di competere con vini storici quali il Barolo.
Tornando alle sagre, l’onore di aprire le danze è spettato a Barile con “Tumact me Tulez“, manifestazione enogastronomica nel cuore del centro storico, dove tra eccellenze lucane e musica popolare è divenuta un appuntamento fisso per i visitatori.
A Rapolla la prossima settimana partirà l’attesa sagra del Parco urbano delle Cantine, momento di connubio tra tradizione e specialità enogastronomiche locali.
Il 13, 14 e 15 Ottobre appuntamento con la storia a Rionero per rivivere i cruciali anni del brigantaggio con “Briganti o Migranti“.
Ma il Monte Vulture è anche ricco di castagne, e non di castagne generiche ma del marroncino, o meglio del Marroncino di Melfi D.O.P., per indicare la denominazione protetta delle prelibate castagne che si producono in questi luoghi. Il marroncino è il protagonista assoluto dell’imperdibile Sagra della Varola, una delle manifestazioni più belle e suggestive di Melfi, quest’anno in programma il 21 e il 22 Ottobre, e che attira migliaia di visitatori provenienti da tutta Italia e dall’estero e di cui molti si fermano per partecipare alle manifestazioni della Falconeria, in programma, come da tradizione, l’ultimo fine settimana del mese.
Se decidete di fare una passeggiata lungo uno dei tanti sentieri del Monte Vulture, potreste imbattervi nei “cacciatori” di funghi, che si aggirano nel sottobosco alla ricerca di prelibate specialità, tra cui lo straordinario porcino nero (Boletus aereus), ma anche i pregiati Boletus reticulatus e Boletus edulis; e poi l’ovolo buono (Amanita caesarea), il cardoncello (Pleurotus eryngii), il galletto (Cantharellus cibarius), la mazza di tamburo (Macrolepiota procera) ed anche alcuni tartufi noti.
Per non parlare delle noci, frutti che stanno riscuotendo successo soprattutto in campo culinario, spesso abbinate a piatti raffinati o anche alla carne di cinghiale, selvaggina presente in gran numero nelle foreste del Vulture.
Tra Ottobre e Novembre, infine, ci si rimbocca le maniche per la raccolta delle olive. L’olio del Vulture è il primo olio della Basilicata ad aver ottenuto la certificazione DOP, segno questo di un riconoscimento importante per un olio dalle qualità straordinarie e che nasce da oliveti antichissimi (si pensa che la coltivazione dell’olio sul Vulture sia nata durante il periodo della Magna Grecia).
Da Rapolla a Maschito, da Melfi a Venosa, passando per Barile e le sue cantine da sogno a Rionero: ogni località del Vulture-Melfese rappresenta uno scrigno di tesori di cultura, cibo, natura, calore sociale, tanto da rendere questa zona una delle più belle al mondo.
E non solo ad Ottobre.