Era il 22 Novembre 1220 quando Federico II divenne imperatore del Sacro Romano Impero, incoronato a Roma da papa Onorio III.
Discendente di di due celebri dinastie, gli svevi di Hohenstaufen da parte paterna (il nonno era Federico il Barbarossa), gli Altavilla da parte materna (sua madre era Costanza), era conosciuto come “Stupor Mundi“, dotato di una personalità poliedrica e un senso del governo per molti aspetti definito moderno.
Stabilì in Italia Meridionale il centro del suo regno, facendo di Palermo la capitale. Ma l’imperatore amava soprattutto la zona del Vulture-Melfese, dove spesso risiedeva per dedicarsi alle battute di caccia.
Un posto di primo piano occupò Melfi: è qui che Federico II emanò le Costituzioni Melfitane, il più importante codice legislativo del Medioevo.
Morì a Fiorentino di Puglia il 13 Dicembre del 1250, lasciando un’eredità culturale e storica straordinaria.
Con Melfi e il Vulture-Melfese sviluppò un rapporto straordinario. Non solo le Costituzioni, ma anche una vasta opera di architettura come dimostrano i castelli disseminati nell’area.
I boschi del Vulture furono la tentazione assoluta della caccia con il falco, dalla quale nacque un celebre trattato, il più importante della categoria, il “De arte venandi cum avibus“.
E la Falconeria è il tradizionale appuntamento che si tiene nell’ultimo weekend di Ottobre a Melfi, tra cortei storici, danze e musiche medievali. Un evento che le istituzioni locali stanno spingendo affinché rientri tra i beni immateriali dell’umanità dell’Unesco.
La storia locale riecheggia anche a Jesi, città natale di Federico II, dove è stato inaugurato un grande museo in suo onore, e oltre alla realtà melfitana non può mancare Castel Lagopesole, sede peraltro del museo narrante “Il mondo di Federico II”.
L’imperatore continua a destare fascino, curiosità. Una figura per certi aspetti ancora complessa da decifrare ma che rappresenta per tutti noi un grande uomo della storia.