L’incontro di presentazione del libro di Mimmo Sammartino, “Il paese dei segreti addii“, ha avuto un grande seguito di pubblico.
Organizzato dal Cif di Melfi presso Palazzo Donadoni, è stato un’occasione per ripercorrere la lunga e importante carriera del giornalista e scrittore lucano, caporedattore della Gazzetta del Mezzogiorno per la Basilicata, avendo sempre come massimo sistema la sua ultima creazione letteraria.
Dopo i saluti della presidente del Cif, Rena Galgano, che si è detta emozionata e contenta per lo spessore culturale della serata, la moderatrice, professoressa Anita Ferrari, ha letto alcune pagine del libro prima di avviare una riflessione critica e densa di spunti sull’autore:
“Autore prolifico, profondo, uno dei pochi autori lucani rimasto nella sua terra. Dal suo esordio nel 2004 ha inanellato una serie di successi, tra cui “Vito ballava con le streghe“, di forte ispirazione ed evocativo di quello scenario unico che vibra nei territori di Pietrapertosa e Castelmezzano.
Luoghi cari all’autore e che ritornano anche nel suo ultimo libro. C’è un mondo in cui è evidente l’attaccamento alla terra e alle tradizioni, in un continuo ondeggiare tra ragione e senso onirico, superstizioni e tensioni sociali”.
È seguita l’analisi attenta del vicesindaco e scrittore Raffaele Nigro:
“Mimmo Sammartino è uno scrittore che ha un po’ di quel realismo magico di derivazione sudamericana. Possiamo rivivere le avventure straordinarie di Geremia e delle due Giuditta, con continui rimandi, più o meno dichiarati, alla condizione sociale della Lucania di oggi.
E non c’è solo il realismo magico che ricorda Marquez, ma anche le suggestioni del decadentismo europeo che si celano in quel rosso rigagnolo che apre la storia. Senza dimenticare l’influsso della catena appenninica che fa di Sammartino uno dei massimi interpreti”.
A Mimmo Sammartino la conclusione dell’incontro:
“Carlo Levi diceva bisogna vedere l’esistenza come coesistenza, cioè vedere la molteplicità delle esistenze. Il nostro Paese ha contraddizioni e disparità profonde, la nostra regione vive tutto questo in maniera particolare, pensiamo allo spopolamento. Certo non possiamo obbligare i nostri figli a restare ma dobbiamo far sì che sia conveniente restare.
Il mio romanzo vuole allora parlare di realtà interne, perché mi affascina l’idea di poter dare loro una voce. Ho avuto la fortuna di avere una nonna narratrice che mi raccontava storie. A volte trasformava fatti quotidiani a lei capitati in racconti: tutto questo ha avuto una dignità culturale profonda che mi ha temprato e che si riverbera anche nel mio ultimo libro.
Tutto ruota attorno alla figura patriarcale di Geremia, una sorta di “vinto” della storia ma che ha allo stesso tempo una forza interiore da renderlo “invincibile”. C’è una forte resistenza, una caparbietà nel voler resistere, e questo vale per tutti gli altri personaggi del racconto”.
La lettura di alcune pagine da parte di Mimmo Sammartino ha concluso una interessante serata culturale e narrativa che il Cif di Melfi ha voluto regalare a tutta la cittadinanza.