DA MELFI A MILANO PER COMBATTERE LO SPRECO ALIMENTARE: QUESTO L’INVITO

Lo spreco alimentare rappresenta un problema tra i più gravosi a livello mondiale.

Le stime sul cibo che finisce nella spazzatura sono preoccupanti. L’Expo di Milano, tra le altre cose, ha insistito per una corretta alimentazione. Non si tratta soltanto della sacrosanta difesa di uno stile sano per la salute ma di una sollecitazione a dire basta allo spreco alimentare, a pensare a come reinvestire il cibo in eccedenza, e magari arrivare a non eccedere.

Nel Maggio scorso, una delegazione di studenti del “Gasparrini” di Melfi è andata a Milano alla “Waste Hackathon”, la maratona internazionale sullo spreco alimentare alla quale ha partecipato anche l’ex presidente degli Stati Uniti, Barack Obama. Nell’incontro di ieri sera promosso dalla Fidapa di Melfi presso il centro culturale “Nitti”, alcuni studenti hanno raccontato la bellissima esperienza attraverso le parole della studentessa Maria Carmela Teora e della professoressa Matilde Calandrelli.

Nella tre giorni milanese gli studenti provenienti da tutto il mondo hanno proposto progetti su come combattere lo spreco alimentare. I nostri ragazzi hanno suggerito la costituzione di una azienda agricola capace di riutilizzare il cibo in eccedenza prossimo alla scadenza per nuovi prodotti alimentari o, qualora non fosse possibile, per prodotti farmaceutici o per il compost.

Lucia Moccia, presidente della Fidapa di Melfi, non a caso ha posto l’attenzione sulla Carta di Milano, firmata da centinaia di Paesi:

“È un invito a non consumare oltre il fabbisogno necessario. Ne consegue una questione etica, economica e sociale che tutti dobbiamo affrontare”.

Scontato, ma non per questo riduttivo, l’accostamento alla povertà. La presenza di Giuseppe Grieco, direttore della Caritas diocesana, è servita da monito per farci comprendere che se da un lato non abbiamo la sensibilità di rispettare il valore del cibo, dall’altro lato ci sono milioni e milioni di persone che bussano alle nostre porte per un pezzo di pane. Da qui l’invito alla solidarietà con la raccolta di viveri da destinare durante le festività natalizie alle persone con disagio economico.

Il sindaco di Melfi, Livio Valvano, nella sua introduzione ai lavori egregiamente moderati dalla dottoressa Anita Ferrari, aveva già posto l’accento sull’impegno da parte di tutta la comunità nel saper guardare a chi vive ai margini della società perché una corretta educazione alimentare è anche un’educazione sociale.

Laura Mongiello, presidente dell’ordine Tecnologi alimentari di Basilicata e Calabria, ha spiegato nel dettaglio la legge 166/16, o meglio nota come “legge Gadda”, definita all’avanguardia in Europa per quanto riguarda la lotta allo spreco alimentare.

“È un grosso problema che riguarda tanto i Paesi industrializzati quanto i Paesi in via di sviluppo. Soprattutto quest’ultimi non hanno mezzi idonei alla conservazione del cibo e questo non fa che accentuare le criticità.

Perché sprechiamo il cibo? Per una cattiva educazione, certo, ma anche per una eccessiva rigidità delle date di scadenza che ci condizionano, così come sono rilevanti gli interventi del mercato che spingono a comprare e a consumare più del necessario. Il nostro Ordine allora vuole essere uno strumento di supporto per superare il problema a 360 gradi. Considerate che lo spreco tocca anche l’illegalità come la frode, sulla quale occorre vigilare in particolar modo.

La legge 166/2016, o “legge Gadda”, è molto complessa vista la materia trattata ma allo stesso tempo costituisce un provvedimento d’avanguardia. Possiamo finalmente recuperare le eccedenze e donarle a chi ne ha bisogno. Occorre tenere presente l’etichetta e la scadenza. Un prodotto da consumare “preferibilmente entro il” ha una capacità di riutilizzo maggiore. Dobbiamo educare di più, ricostruire il senso del valore del cibo.

I dati nazionali ci dicono che oltre il 30% del cibo delle mense scolastiche e/o ospedaliere viene buttato. Se allora noi applichiamo la legge e sensibilizziamo la comunità, già a partire dall’infanzia, possiamo ritenerci soddisfatti e abbiamo anche rispettato l’ambiente”.

Per favorire anche un’occasione di confronto, è stato invitato l’assessore al Comune di Tito, Fabio Laurino, che ha portato l’esperienza dei “Magazzini sociali”, volta al recupero e alla donazione del cibo in eccedenza, realizzata grazie al coinvolgimento delle associazioni locali:

“Favorire progetti di educazione alimentare, come ad esempio il progetto “Garantito” sulla conoscenza e valorizzazione dei prodotti locali, consente di avviare una rete equa e solidale per tutti”.

Sabino Di Leva, direttore dello stabilimento Molino-Barilla di Altamura, ha rincarato la dose riportando altri dati allarmanti:

“In Italia 12 miliardi di cibi all’anno finiscono nella spazzatura. È chiaro a tutti che questi numeri non possono essere tollerati. Perché producono problemi a livello economico, sociale e ambientale. Lo spreco genera spreco, è un circolo vizioso. La Barilla Center for Food and Nutrition porta avanti una serie di ricerche per comprendere le cause e l’entità dello spreco alimentare e favorisce l’educazione al cibo”.

Alla presidente della Fidapa del Sud Est, Rosa Vulpio, il compito di concludere la serata ricca di spunti, riflessioni e soprattutto azioni da compiere immediatamente. Nel suo intervento, la Vulpio si è focalizzata su un aspetto dello spreco connesso a quello alimentare, e cioè lo spreco d’acqua.

Sprecare dunque non conviene: per ragioni economiche, per ragioni ambientali, per ragione etiche.

È tempo, dunque, di voltare pagina.