MELFI, BARILE E MASCHITO INSIEME PER CELEBRARE QUESTA CULTURA E ABBATTERE I CONFINI

Ieri si respirava aria d’Albania nella sala convegni di Palazzo Donadoni a Melfi.

La si percepiva nei gonfaloni dei comuni di Barile e Maschito, nelle effigi di Madre Teresa di Calcutta e del valoroso condottiero Skanderbeg al quale era peraltro dedicata la mattinata moderata dal giornalista Rocco Brancati.

Era presente anche una delegazione di Greci i quali costituiscono la preziosa testimonianza di un crogiolo di popoli e culture di antico corso che travalicano i confini meramente geografici.

Raffaele Nigro, vicesindaco di Melfi, ha avuto un rapporto particolare con la terra d’Albania e lo ha ricordato in apertura del convegno:

“Dopo la caduta del muro di Berlino un nuovo muro stava per crollare: era il muro d’acqua dell’Adriatico. All’epoca era una finestra che si apriva su una tragedia che legava quella terra al nostro Paese. Ma i rapporti tra Italia e Albania, come è noto, si perdono nella notte dei tempi, soprattutto qui nel Vulture-Melfese”.

Il riferimento è ai noti sbarchi degli anni ’90 sulle coste pugliesi: generazioni di albanesi accalcati sulle navi della speranza alla ricerca di un mondo migliore.

La rivista Basilicata Arbereshe festeggia il suo quarantennale e dopo il cartaceo ha invaso anche il mondo online.

Il direttore della rivista, Donato Mazzeo, anima della cultura arbereshe, ha ricordato quanto sia importante coltivare una ricerca storica, linguistica sulle comunità che nel Vulture-Melfese hanno avuto un ruolo preponderante.

Il sociologo ed economista Antonio Romano, docente presso l’Università di San Paolo in Brasile ma lucano di origine, ha illustrato il percorso storico della comunità albanese nell’Italia Meridionale, a partire dalle prime invasioni ottomane. Sono infatti tante le cause, i rivolgimenti della presenza albanese in Italia, avvenuta a più riprese e con accezioni diverse. Tra queste anche l’esigenza di ripopolare le terre deserte secondo le indicazioni dei sovrani borbonici, esigenza che oggi ha una particolare pregnanza per via del problema cronico dello spopolamento della Basilicata.

Capire che le nostre tradizioni oggi rappresentano la soluzione al problema è la scommessa potenzialmente vincente. Creare dei brand, secondo Romano, cambierebbero radicalmente la nostra condizione. Enogastronomia, arte, natura: sono prodotti turistici che hanno un valore immenso.

Gratitudine e fierezza di essere arbereshe: con queste parole la sindaca di Maschito, Rosanna Musacchio, ha voluto ricordare le proprie radici e la figura di Skanderbeg, nel 550° anniversario della morte:

“Il condottiero ha difeso la sua storicità, l’essenza di un paese che però è anche nostra. Dobbiamo riconoscerci tutti oriundi, siamo il risultato di un incontro di popoli e tradizioni che sono tutti allo stesso livello”.

Giuditta Lamorte, presidente del Corecom (Commissione regionale Comunicazioni), ha sottolineato il piacere di essere presente all’incontro:

“Abbiamo una legge regionale che riconosce la lingua arbereshe come minoranza della Basilicata. Per il Corecom la tutela delle minoranze linguistiche è e resta una priorità”.