Dopo la “Guerra del grano” che sta mettendo in ginocchio gli agricoltori lucani, e non solo, una nuova tempesta potrebbe abbattersi su un altro settore di punta della regione.
L’allarme è stato lanciato dalla Cia (Confederazione italiana agricoltura) che ha evidenziato il rischio che l’uva da tavola lucana potrebbe rimanere invenduta o acquistata a prezzi sempre più bassi.
Ancora una volta la colpa è da ricercare nella concorrenza straniera che immette sul mercato italiano quantità eccessive del prodotto abbattendo di conseguenza i prezzi.
Non solo, l’uva da tavola lucana ha una qualità da difendere che rischia tuttavia di essere ridimensionata proprio per via di prezzi più accessibili ma di qualità nettamente inferiore.
Grazie alla produzione del Vulture-Melfese e del Metapontino la regione si inserisce tra i grandi produttori di uva da tavola in Italia, con 177 mila quintali all’anno.
Ma secondo i produttori lucani finora non è stato fatto nulla e le regole comunitarie europee non favoriscono i produttori di uva di qualità.
Secondo la Cia la situazione potrebbe migliorare nei prossimi giorni quando comincerà ad aumentare la domanda di uva da tavola.