Si è conclusa all’istituto scolastico “Gasparrini” di Melfi la sesta Festa dell’Accoglienza.
Una iniziativa che ha guardato alla diversità e all’inclusione grazie al contributo attivo degli studenti e al coordinamento degli psicologi Zaccagnino e Di Bernardo. Un progetto nato già durante la settimana di accoglienza che ha accolto le classi prime a Settembre.
Toccante la lettura e la testimonianza di Vincenzo Rossi, studente di quarta dell’indirizzo Alberghiero, che ha parlato del suo disturbo dell’apprendimento, di come ci si sente e del supporto fondamentale che la scuola ha saputo offrirgli.
Giuseppe Fano, diplomatosi lo scorso anno in Ragioneria, originario di Rapolla, ha parlato della sua diversità (è un disabile in carrozzella) come un punto di forza, grazie anche al sostegno della sua famiglia e dei suoi amici. Una diversità intesa non come ostacolo o vergogna, ma come ulteriore stimolo alla vita.
Il dirigente scolastico Michele Masciale ha raccontato l’impegno che la scuola ha assunto rispetto all’inclusione sociale:
“Ricordo che un anno dovevamo andare in gita alle Foreste Casentinesi e Giuseppe decise di non venire perché non voleva essere un peso. Siamo riusciti a convincerlo e a farlo venire con noi. Certo, qualche difficoltà c’è stata, e anche un po’ di sfortuna, ma siamo riusciti a compiere un viaggio straordinario, con lui e con tutti gli altri studenti.
La scuola è una strada con un inizio e una meta. Nel mentre deve invitare alla condivisione, deve provocare dei cambiamenti, altrimenti sarebbe ‘meno’ scuola. Siamo sulla stessa strada quando c’è sintonia, quando sogniamo lo stesso futuro e ci impegniamo con uguale energia per realizzarlo.
Siamo sulla stessa strada quando facciamo della scuola uno spazio di vita e non un vuoto da riempire”.
La consigliera comunale Lucia Moccia ha sottolineato come tanto la città quanto il Gasparrini siano da sempre due realtà accoglienti:
“L’amministrazione comunale sarà sempre presente per sostenere ogni progetto volto alla crescita educativa e personale dei ragazzi”.
Sono stati poi proiettati i risultati dei questionari compilati dagli studenti e che hanno indagato le aree sociali e affettive dell’individuo.
Il dottore Fundone ha aggiunto:
“La diversità biologicamente fa un individuo sano. Ecco che, fuori dalla genetica, la sana diversità di ciascuno porta al miglioramento, all’integrazione.
Anche se spesso ci fa paura, ciò che è diverso da noi non è anormale, sbagliato. Se riuscissimo a comprendere gli altri, a prendere il buono di ciascuno saremmo di sicuro migliori”.
Perché è la diversità che fa la differenza.
Queste alcune foto dell’iniziativa.