E’ morto a Firenze, all’età di 74 anni, il musicista, poeta e artista lucano Antonio Infantino, leader storico de “I Tarantolati di Tricarico”, gruppo di musica popolare e tradizionale
Poeta, musicista, architetto, viaggiatore Antonio Infantino è stato una delle figure caleidoscopiche della cultura italiana.
Lucano di origine e fiorentino per lavoro, docente di Arte dei giardini nell’Università del capoluogo toscano, Infantino ha attraversato l’Italia del dopo guerra e quella della beat generation, lasciando un segnale di straordinaria creatività.
Nato a Sabaudia (Latina) cresciuto a Tricarico, in provincia di Matera, è stato autore di musiche che uniscono la taranta, il dialetto lucano e le percussioni.
Nel 1966 comincia ad esibirsi dal vivo, al Folkstudio di Roma e al Nebbia Club di Milano, dimostrandosi uno dei protagonisti del beat italiano, come documenta Fernanda Pivano in ”Mondo Beat” ed un ritaglio del Corriere della Sera dell’epoca, quando “il tarantolato” passò una notte in cella perché si aggirava per Milano con la testa incoronata.Lo stesso anno la Feltrinelli pubblica un quaderno di sue poesie dal titolo I denti cariati e la patria, con introduzione della stessa Pivano.
Nel 1968 registra il primo 33 giri “Ho la criniera da leone (perciò attenzione)”, con dodici brani inediti tutti di sua composizione, registrati a Milano con orchestrali della Scala.
L’album verrà stampato all’inizio del 1969 dalla Ricordi. Sempre nel ’68 partecipa a Ci ragiono e canto n. 2 di Dario Fo, componendo e interpretando insieme a Enzo Del Re i brani Avola e Povera gente. Nel frattempo si laurea in architettura, e ottiene l’insegnamento presso l’Università di Firenze.
Nel 1976 fonda il movimento culturale dei Tarantolati di Tricarico, a cui hanno partecipato negli anni decine di musicisti, con i quali, stravolgendo e reinventando il repertorio tradizionale della sua terra d’origine. Con questa formazione Infantino inciderà tre dischi, tutti per la Fonit Cetra. Nel 1977 partecipa al Premio Tenco.
Nel 1978 si reca in Brasile pubblicando il “documentario sonoro” in forma di LP La tarantola va in Brasile, che vede anche l’intervento di Fafà De Belem. Nel 1983 torna a collaborare con Dario Fo musicando il suo Arlecchino in occasione della Biennale del Teatro di Venezia. Nell’84 compone l’opera La fattoria degli animali, utilizzando campionamenti di versi di animali reali. Tra l’84 e l’87 firma la colonna sonora del film Ternosecco di Giancarlo Giannini, e le musiche per la serie televisiva Vincere per vincere.
Nel 1989 compone le musiche per lo spettacolo Tricolore triste, allestito ad Anversa dal gruppo teatrale belga Nieuwe Scene. Per la stessa compagnia quindi scrive testi e musiche per La nave dei folli (1991), spettacolo che ripercorre l’evoluzione del teatro comico attraverso i millenni. Dello spettacolo Infantino cura anche le scenografie e i costumi. Ancora in Belgio riceve il premio e la laurea honoris causa in Belle Arti da parte dell’Accademia Reale Fiamminga. Nel 1996 espone dei suoi quadri in una mostra dal titolo Danza Cosmica: danza, suono, colore, allestita nei locali del Parlamento Europeo a Bruxelles.
Nel 1997, assieme ai 99 Posse, riedita La gatta mammona, uno dei suoi successi degli anni settanta. Nel 1998 pubblica Succhà, una nuova antologia di poesie edita dalla City Lights Bookstore di Lawrence Ferlinghetti.
Nel 2000, il suo spettacolo Tara’n Trance chiude ufficialmente il Carnevale di Venezia in Piazza San Marco,Tara’n Trance verrà pubblicato quattro anni dopo in CD, ed entrerà con successo nelle classifiche delle discoteche statunitensi, sorpassando pop-stars di grido quali Britney Spears e Mariah Carey.
Nel 2004 Infantino è invitato come ospite speciale alla Biennale di Venezia. Nel 2007 la Deja-vu Rétro pubblica e distribuisce in tutto il mondo Antology of Tarantella, cofanetto multimediale articolato in cinque supporti tra CD audio, CD-Rom e DVD. Nel 2009 partecipa nuovamente alla Biennale di Venezia con installazioni e performance sul tema “La danza delle api”, in cui analizza il linguaggio e i comportamenti degli insetti.
Nel 2016 Infantino apre, a Melpignano,il concertone della Notte della Taranta.
Il direttore della Lucana Film Commission, Paride Leporace ha dichiarato:
“La Basilicata perde uno dei suoi figli più illustri con la scomparsa di Antonio Infantino.
Resta il suo monumentale patrimonio musicale e intellettuale di artista mai prono alle mode e ai compromessi.
Il Fato ci ha giocato un brutto scherzo considerato che abbiamo due opere cinematografiche, da noi sostenute e di prossima uscita, con Antonio come protagonista.
Una parte gli era stata assegnata nel film Lucania di Gigi Roccati e sulla sua straordinaria figura abbiamo realizzato A faboulous trickster, documentario a lui dedicato con dedizione e passione dal regista e musicista Luigi Cinque.
Stavamo organizzando un lancio con esibizioni dal vivo che accompagnassero il documentario in modo da celebrare uno dei più autentici esponenti della musica popolare lucana.
Ora dovremmo farlo senza il suo carisma. Ma questo è certo, cureremo la sua Memoria come Antonio Infantino merita di essere ricordato”.
La scomparsa dell’apprezzatissimo Antonio Infantino lascia in Basilicata un vuoto incredibile.
Unico e inimitabile siamo sicuri che continuerà a vivere (grazie alla sua musica) nel cuore e nei ricordi di tutti coloro che lo hanno amato.