I medici di guardia lucani non si arrendono e continuano a difendere “con le unghia e con i denti” quelli che sono i loro diritti.
L’incubo per loro ha avuto inizio quando la Corte dei Conti ha avviato un’indagine sui bilanci relativi alla sanità regionale dalla quale sono emerse una serie di discordanze.
In Basilicata nel 2008, la giunta De Filippo introdusse alcune indennità come l’indennità pediatrica e l’indennità di rischio (quest’ultima necessaria perchè a differenza di altre regioni in Basilicata mancano in alcuni territori i presidi di sicurezza e mancano anche le auto aziendali, quindi i medici di guardia per spostarsi hanno utilizzato mezzi propri mettendo mani al proprio portafogli).
Quando la Corte dei Conti ha avviato l’indagine, la Regione Basilicata nel 2006 ha emesso una delibera sospendendo le indennità sopra citate.
A Settembre scorso sempre la Regione ha firmato un’altra delibera per il recupero coatto delle quote percepite negli ultimi 10 anni dai medici di guardia lucani, iniziando ad effettuare tagli sui loro stipendi di circa 500/600 euro (a seconda dei casi) mensilmente.
Abbiamo raccolto la testimonianza di alcune guardie mediche lucane che hanno lamentato:
“Questa richiesta avanzata dalla Regione Basilicata è anticostituzionale.
Non può pretendere da ogni medico la restituzione di circa 70mila euro di indennità percepite nell’ultimo decennio, da lei stessa introdotte.
Il problema più grande, al di la dei tagli mensili, è la Regione che non si assume le proprie responsabilità e vuole utilizzare questa manovra per mettere al sicuro il fallimentare bilancio sanitario.
Noi siamo l’anello debole della catena sanitaria lucana ed è per questo che chiediamo la sistemazione del servizio sanitario regionale.
Il nostro stipendio, prima dei tagli, era di 1800 e 2000 euro, adesso invece e meno di 1500 euro.
Non piangiamo per i tagli ma per il sistema sanitario inefficiente.
Negli ambulatori non abbiamo nemmeno i computer e siamo costretti ad utilizzare i nostri cellulari per fare i certificati on line.
I pazienti non hanno una cartella clinica ma un registro di carta sul quale appuntiamo i vari interventi”.
Davvero un dramma quello vissuto da questa categoria messa a dura prova da queste decisioni.
Oltre alle battaglie legali e sindacali intraprese per trovare una giusta soluzione, numerosi sono gli incontri aperti a istituzioni, medici e cittadini per discutere su questo tema.
Oggi, Mercoledì 31 Gennaio alle ore 18:00 nella sala Polifunzionale in via Cupa a Sant’Angelo le Fratte (PZ) si terrà un’assemblea pubblica dal titolo “Ruolo della Continuità Assistenziale per il Territorio”.
All’incontro promosso dal Dr. Pierdomenico Di Benedetto e dalla D.ssa Lucia Romano interverranno Michele Laurino, sindaco di Sant’Angelo Le Fratte; Gianluigi Laguardia, giornalista; Roberta Laurino e Maria Teresa Bochicchio, rappresentanti CGIL; Antonio Guglielmi, rappresentante UIL e Lorenzo Pace, rappresentante FIA.
Saranno inoltre presenti i sindaci di 7 comuni della provincia di Potenza:
- Vincenzo Pascale, sindaco di Satriano di Lucania;
- Rocco Perrone, sindaco di Sasso di Castalda;
- Donato Distefano, sindaco di Brienza;
- Graziano Schiavone, sindaco di Tito;
- Rocco Guarino, sindaco di Albano di Lucania;
- Vito Summa, sindaco di Avigliano.
Tutta la cittadinanza è invitata a partecipare all’incontro.
Di seguito la locandina dell’evento.