Rionero in Vulture ricorda un grande pensatore che gli ha dato i natali: Giustino Fortunato.
Nato il 4 Settembre 1848 e morto a Napoli il 23 Luglio 1932, Fortunato è stato un grande esponente della cosiddetta “questione meridionale“, espressione coniata nel 1873 dal deputato lombardo Antonio Billa per indicare lo stato disastroso in cui versava il Sud Italia.
Fortunato vive appieno una stagione di profondi mutamenti storico-sociali: la sua famiglia, divisa a metà tra spirito borbonico e carbonaro, viene anche coinvolta in una serie di arresti per sospette frequentazioni con Carmine Crocco, celebre brigante rionerese durante l’epoca risorgimentale.
Forgiato dalle lezioni di De Sanctis e Settembrini, consegue la laurea in Giurisprudenza presso la “Federico II” di Napoli.
Il debutto in politica avviene nel 1880 candidandosi alle elezioni per il collegio di Melfi.
Pur avendo idee liberal-conservatrici, Fortunato si distingue per un’autonomia di pensiero spesso in contrasto con i principali orientamenti politici.
Durante l’attività parlamentare si batte per un riscatto del meridione, soprattutto appoggia l’iniziativa di costruire delle linee ferroviarie nella zona dell’Ofanto con passaggio anche a Rionero in Vulture.
Attento studioso della storia, i suoi salotti sono frequentati da grandi pensatori come Croce, Salvemini, Nitti.
Si interessa al problema della malaria che affligge soprattutto il sud, promuovendo la fondazione della Società per gli studi sulla malaria.
Negli ultimi anni della sua vita comprende la minaccia del fascismo e figura in seguito tra i firmatari del Manifesto degli intellettuali antifascisti.
Tra le sue opere principali sono da ricordare: Rionero Medievale, La badia di Monticchio, Pagine e ricordi Parlamentari, Il Mezzogiorno e lo Stato italiano.
Nel 2006 gli è stata dedicata l’Università telematica Giustino Fortunato, con sede a Benevento. A lui è intitolata anche la Biblioteca di Studi meridionali “Giustino Fortunato” di Roma, fondata nel 1923 con il contributo dello stesso Fortunato.