Il primo nemico dei lavoratori? Lo stress.
È difficile essere concentrati, produttivi e collaborativi con questo macigno alle calcagna, soprattutto se sei lucano e risulti quasi in pole-position nella classifica dei luoghi più stressati d’Europa.
Lo sconcertante dato è presente nell’indagine WorkForce Europe 2018 condotta da ADP, leader mondiale nella gestione del capitale umano.
Dalla ricerca risulta che i lavoratori di tutta Europa sono stressati: su oltre 10.000 lavoratori nel continente, di cui 1.300 dipendenti in Italia, quasi uno su cinque dei lavoratori europei (18%) risulta essere stressato ogni giorno, con un aumento di 5 punti percentuali rispetto allo scorso anno.
Tre su dieci (30%) dei dipendenti europei si sentono così stressati da pensare sia opportuno cercare un nuovo lavoro, e la percentuale sale al 37% tra le persone d’età inferiore a 35 anni.
La nazione più stressata è la Polonia, per più di un quarto della sua popolazione (il 27%), seguita da Francia e Gran Bretagna (con il loro 20%).
I Paesi Bassi e la Svizzera sembrano non accusare tantissimo le conseguenze dello stress e solo il 20% esprime difficoltà a causa di questa piaga.
Gli italiani, con una percentuale del 40%, sembrano quelli più risoluti nel sottolineare come lo stress possa spingere a cercare un nuovo lavoro, magari meno remunerativo, purché più leggero.
In questo caso, il punto di vista cambia con l’età: il 44% di coloro che rientrano nella fascia tra i 25 e 34 anni si mostra più pronto a mollare tutto per una soluzione meno impegnativa, mentre solo il 25 % degli over 55 lo farebbe, probabilmente perché dopo una certa età si è più temprati e abituati a sopportare determinate dinamiche.
Altri dati interessanti ci rivelano come tra età e stress sussista un rapporto di proporzionalità inversa: all’aumentare dell’una diminuisce l’altro.
A dimostrazione di ciò, oltre un terzo (il 37%) dei lavoratori dai 16 ai 24 anni dichiara di sentirsi sotto pressione, contro il misero 17% di coloro che superano i 55 anni.
Le donne (19 %), inoltre, sembrano soffrire di più rispetto agli uomini (16%).
E per quanto riguarda il rapporto lavoratori-dipendenti?
In Italia il 16% di questi ultimi pensa che la propria azienda non si interessi minimamente al proprio benessere psicofisico.
Percentuale, questa, che cresce con l’età: l’11% dei lavoratori tra i 25 e 34 anni denuncia questa mancanza e il numero sale al 21% per i lavoratori over 55.
Tra gli italiani che dichiarano di sentirsi stressati “tutti i giorni” (il 13% del totale, l’11,7% degli uomini e il 14,5% delle donne), l’età più colpita è quella tra i 45 e i 54 anni con un 16% di iper stressati.
Il territorio con il dato più alto tasso di super stressati è una regione italiana: la Basilicata (40%), seconda alla Polonia e seguita da Val d’Aosta (25%) e Piemonte (20,4%).
I settori più colpiti sono (in ordine):
- “servizi finanziari” (19,5%);
- “vendita al dettaglio, catering e tempo libero” (19,3%);
- “commerciale, media e marketing” (15,8%).
Tra i “mai stressati” ci sono (in ordine):
- gli over 55 con una percentuale del 30%;
- gli abruzzesi (22,7%);
- i molisani e i Trentini (20%);
- gli uomini (17%);
- le donne (10%).
Il 21% degli italiani ha poi rivelato la corretta formula per diminuire lo stress: bilanciare correttamente vita lavorativa e privata, avere del tempo libero per sé e la propria famiglia.
Queste sono, dunque, le primissime motivazioni che hanno spinto molti di loro a scegliere l’attuale posto di lavoro (uomini 18,2%, donne 24,30% con una percentuale che sale al 28% nella fascia dei 45-55 e scende all’11% tra i 16 e i 24 anni).
I dipendenti del Trentino Alto Adige sono quelli che mostrano più attenzione al bilanciamento vita lavorativa-privata, con una percentuale del 40%, seguiti dalle Marche (32%) e dalla Liguria (28%).
Insomma, al Sud risiede la percentuale dei secondi più stressati d’Europa; saranno sorpresi coloro che ritengono la forza-lavoro meridionale incapace e nullafacente.