Angelo Rosella, segretario regionale Italia dei Valori, fa alcune considerazioni sulle misure che, a parer suo, la politica dovrebbe prendere per combattere la povertà sempre più dilagante.
Queste le sue parole:
“Facciamo ripartire il dibattito politico dopo il voto del 4 Marzo dalle emergenze sociali, dai problemi veri della gente.
A cominciare dal rischio povertà o di esclusione sociale che ha raggiunto livelli di guardia molto preoccupanti.
Secondo l’ennesimo rapporto, questa volta realizzato dall’Ufficio studi della Cgia, in Basilicata il rischio di povertà o di esclusione sociale tra il 2006 e il 2016 è aumentato del 3,8% passando dal 36,2% dell’intera popolazione del 2006 al 40% del 2016.
In dieci anni le azioni e misure pure messe in campo anche a livello regionale (su tutte l’ex Reddito di Cittadinanza) non hanno dati i risultati auspicati: è questa la prima riflessione da fare senza ricorrere a speculazioni e polemiche, perché la campagna elettorale è finita.
Quella alla povertà è sicuramente una risposta prioritaria da dare in termini politici, soprattutto da parte del futuro governo che verrà non partendo da zero.
Nella precedente legislatura si è istituito il REI, reddito di inclusione, un importante primo passo, ma assolutamente insufficiente.
Le risorse economiche messe a disposizione, infatti, non bastano per a coprire il numero di poveri stimati.
Credo sia importante fare politiche ‘più ampie’, in cui si risponda alla povertà fattivamente.
Oltre che con il sostegno economico, occorre un sostegno sui percorsi di inclusione, siano essi culturali, formativi e lavorativi, al fine di ridare ad ognuno dignità sociale e autonomia economica.
Oggi purtroppo anche chi lavora rischia di essere povero e cadere in una condizione di indigenza.
Penso ad esempio ai padri divorziati o alle madri abbandonate, dinamiche in cui, ovviamente, chi ci rimette maggiormente sono i figli.
Per questo non ci appassiona la polemica se debba prevalere il Reddito di Cittadinanza proposto nel suo programma dal M5S (verificando la copertura finanziaria) piuttosto che un’altra misura.
Non ci appassiona la ‘gara di primogenitura’.
Piuttosto, sempre il Rapporto Cgia ci mette in guardia: in questi ultimi anni la crisi ha colpito indistintamente tutti i ceti sociali, anche se le famiglie del cosiddetto popolo delle partite Iva ha registrato, statisticamente, i risultati più preoccupanti.
Il ceto medio produttivo, insomma, ha pagato più degli altri gli effetti negativi della crisi e ancora oggi fatica ad agganciare la ripresa.
E con la differenza dai lavoratori dipendenti che quando un autonomo chiude l’attività, non beneficia di alcun ammortizzatore sociale.
Vorremmo offrire al Presidente Pittella queste prime riflessioni per il rilancio dell’attività in questi mesi che restano prima della fine della legislatura, perché ci sono provvedimenti che si possono e devono assumere, coinvolgendo l’intero centrosinistra, con responsabilità e rigore”.