Per la prima volta a Melfi verrà proiettato il corto “Il segreto di Kaspar Kohl“, sostenuto dalla Regione Basilicata, da Sensi Contemporanei e la Direzione Generale Cinema del Mibact, con il coordinamento di CinemadaMare.
L’appuntamento è per stasera alle ore 19,00 nella splendida cornice del Castello federiciano; l’evento sarà presentato da Armando Lostaglio, giornalista e presidente del CineClub “Vittorio De Sica” – CINT di Rionero in Vulture.
Un corto girato tra Matera e Ferrandina e che ha in sé tanta Basilicata, dalle location alle persone che hanno lavorato a vario titolo alla sua realizzazione (a fine articolo compariranno tutti i partecipanti e i loro ruoli).
Già presentato in anteprima nazionale alla 72esima edizione del Festival del Cinema di Venezia, ha girato l’Italia passando anche per Roma e infine Matera.
Del corto si è detto molto, che è un noir “a tinte fosche” (per riprendere un’espressione coniata dalla regista), che si mescola con il thriller. Arte, vendetta, gelosia, sono alcuni ingredienti della sceneggiatura.
Abbiamo chiacchierato con la regista Carmen Cirigliano, originaria di Ferrandina, nonché ideatrice e sceneggiatrice della storia di Kaspar.
Carmen, il corto sta per essere presentato a Melfi, dopo aver girato l’Italia. È sicuramente un genere poliedrico per i suoi contenuti.
“Quando si vede il film si avverte innanzitutto una componente noir, la si percepisce nelle ambientazioni, nella fotografia, nelle ambivalenze dei personaggi. Però non è solo questo: è stato concepito per avere sviluppi che vanno dal thriller all’horror. Non posso svelare tutto altrimenti rovinerei la sorpresa agli spettatori. C’è un artista di grande successo, Kaspar, che tuttavia viene insidiato da un giovane rampante, Lorenzo. Tra i due si inserisce la figura enigmatica di Giuditta. Quello che succederà lo vedrete stasera”.
Come nasce Kaspar?
“C’è un personaggio realmente esistito che è stato motivo di ispirazione ed è il pittore Gustav Klimt. Quando ho scritto il racconto ero completamente assorbita dalla sua arte, dalla sua persona. Ho immaginato la sua vita, i suoi pensieri, lasciando spazio anche all’immaginazione. In effetti il corto doveva intitolarsi “Il segreto di Klimt“, ma insieme al gruppo abbiamo deciso di cambiarlo per non creare fraintendimenti con il vero Klimt. Ma lui è sempre stato presente a livello creativo. L’idea di partenza era un racconto destinato dunque alla narrativa. Poi è arrivata l’opportunità di girare un film e ho pensato di portarlo sullo schermo, adattando alcuni aspetti perché dalla narrativa alla cinematografia le cose cambiano”.
C’è solo Klimt?
“No, c’è la letteratura neogotica e del fantastico, la Scapigliatura italiana, le suggestioni di Tim Burton. Sono costanti del mio essere artista e logicamente si sono riversate anche in questa opera”.
Come regista è la tua opera prima?
“Ho partecipato alle selezioni del corso di Cinemadamare circa due anni fa candidandomi come sceneggiatrice. Non avrei mai immaginato di raggiungere un simile obiettivo e ringrazio chi ha creduto in me sin da subito. Ho lavorato con un gruppo straordinario, è stata un’esperienza davvero unica”.
Prima ti sei definita artista e non regista.
“Esatto, cerco di vivere l’arte a 360 gradi, anzi l’esperienza da regista è solo l’ultimo approdo di una serie di sperimentazioni che fanno parte del mondo dell’arte. Vivo in una famiglia di artisti, mia madre è pittrice, così anche diversi miei zii. È sempre stato il mio pane quotidiano e un ambiente così stimolante logicamente ti tocca e ti cambia. Così sin da piccola ho scritto racconti, eseguito vari disegni, attività che continuo tuttora. Sono affascinata dall’arte dei burattini così come al precinema. Al momento sono impegnata con delle attività teatrali per bambini ma ho già scritto un nuovo soggetto per un corto, spero di mettermi al lavoro quanto prima”.
Quanto è importante la formazione per te?
“È molto importante, bisogna conoscere certi linguaggi e certe dimensioni prima di addentrarcisi. Però dico anche che la follia dell’ispirazione, il poter uscire dagli schemi, sperimentare senza paura di compiere errori è di gran lunga stimolante. Non ho mai gradito la rigida impostazione accademica, l’ho sempre ritenuta una realtà soffocante. Dopo un po’ si avverte l’esigenza impellente di creare senza freni. Sicuramente la rifinitura deve esserci ma subentra, almeno per me, in un secondo momento, dopo aver dato alla luce una creatura che, anche e soprattutto per la sua imperfezione, è autentica“.
Tornando al corto, un aspetto che avresti voluto inserire e uno invece che ti fa ritenere soddisfatta.
“Le cose che avrei voluto fare sono tante, ma anche per questioni logistiche e di tempo abbiamo dovuto compiere delle scelte, a volte drastiche. Ad esempio mi sarebbe piaciuto girarlo completamente di notte. Invece sono molto contenta della scena di chiusura, lì sento di aver centrato l’obiettivo: tutto quello che mi ero preposta di realizzare lo vedo condensato in quel momento”.
Ecco l’elenco delle persone che hanno partecipato alla realizzazione de “Il Segreto di Kaspar Kohl“, nel primo gruppo sono elencati tutti gli attori principali. Ricordiamo che l’appuntamento è fissato per stasera alle ore 19,00 al Castello di Melfi.
- Giuseppe Dubla (Ferrandina) – Kaspar Kohl
- Michele Mostacci (Matera) – Lorenzo
- Simona Pace (Potenza) – Giuditta
- Angelo Roberti (Matera) – Gallerista
- Antonio Ferrara Romano (Melfi) – Critico d’Arte
- Rossella Irenze (Rionero in Vulture) – Segretaria del Gallerista
- Carmen Cirigliano (Ferrandina) – Soggetto e Regista
- Massimo Franchi (Roma) – Direttore della Fotografia
- Eufemia Telesca (Melfi) – Aiuto Regista
- Nicolò Montesano (Matera) – Assistente alla Fotografia
- Lucia Laurenzana (Tito) – Segretaria di edizione
- Jacopo Dionisi (Roma) – Suono
- Davide Monticelli (Rionero in Vulture) – Montaggio
- Antonio Ferrara Romano (Melfi) – Costumi
- Filippo Cantarella (Tursi) – Scenografia
- Leonardo Di Biase e Coil Commemorate Enslave in collaborazione con Centro Sperimentale Televisivo – Musiche
Di seguito la locandina ufficiale del film.