L’Italia è il secondo paese del mondo in cui la popolazione anziana è maggiore rispetto ai giovani.
A dircelo, un rapporto Istat sugli indicatori demografici.
In Basilicata la situazione è in controtendenza perchè si evince un aumento delle nascite pari al +3,6%.
Vediamo nel dettaglio cosa dice questo studio:
Nella documentazione fornita, si può constatare quanto la popolazione residente sia in importante diminuzione per il terzo anno consecutivo.
Questa, nel nostro Stivale, al 1° gennaio 2018 è scesa a 60 milioni 494mila, segnando una diminuzione dell’1,6 per mille rispetto all’anno precedente (quasi 100mila in meno).
Regioni demograficamente importanti, come Lombardia (+2,1 per mille), Emilia-Romagna (+0,8) e Lazio (+0,4), registrano variazioni di segno positivo, invece in quelle restanti si è in presenza di un quadro progressivamente caratterizzato dalla decrescita, con una riduzione di popolazione più intensa rispetto al dato nazionale.
Il rapporto prosegue con lo specificare che il deficit del saldo naturale ha toccato livelli record:
“Il saldo naturale registra nel 2017 il suo peggior risultato storico (-183mila), oltrepassando di 21mila unità il precedente record negativo registrato nel 2015 (-162mila).
Nel confronto tra questi due anni emerge che a incidere negativamente sulla dinamica naturale è l’ulteriore riduzione delle nascite (464mila nel 2017 contro 486mila nel 2015) mentre il numero dei decessi è pressoché analogo (647mila contro 648mila).
Il Paese, quindi, dopo un primo decennio degli anni 2000 contraddistinto da un saldo naturale prossimo o poco inferiore allo zero, appare oggi incanalato in una spirale di decrescita naturale”.
Mentre, per quanto riguarda il saldo migratorio:
“All’opposto, il saldo migratorio con l’estero nel 2017, positivo per 184mila unità, registra un consistente incremento sull’anno precedente quando risultò pari a +144mila”.
Altri dati, ci offrono una stima sulle nascite, evidenziando un atteggiamento di controtendenza in Basilicata:
“Nel 2017 si stima siano venuti al mondo 464mila bambini, il 2% in meno rispetto al 2016 quando se ne contarono 473mila.
Risulta battuto, pertanto, il precedente record di minimo storico dall’Unità d’Italia.
Le nascite, peraltro, registrano la nona consecutiva diminuzione dal 2008, anno in cui furono pari a 577mila.
La riduzione delle nascite rispetto al 2016 interessa gran parte del territorio, con punte del -7,0% nel Lazio e del -5,3% nelle Marche.
Soltanto in quattro regioni si registrano incrementi: Molise (+3,8%), Basilicata (+3,6%), Sicilia (+0,6%) e Piemonte (+0,3%)”.
Alla diminuzione delle nascite, corrisponde un invecchiamento della popolazione (la cui età media supera i 45 anni).
Su questo punto, il rapporto prosegue:
“L’invecchiamento della popolazione è influenzato da molteplici fattori che comprendono i livelli di mortalità, di fecondità, i servizi per la salute e gli stili di vita degli individui.
Fattori che non smettono di far sentire la loro azione anche in Italia e che, a ritmo lento ma regolare, stanno progressivamente mutando il profilo per età della popolazione.
Al 1° gennaio 2018, il 22,6% della popolazione ha età compiuta superiore o uguale ai 65 anni, il 64,1% ha età compresa tra 15 e 64 anni mentre solo il 13,4% ha meno di 15 anni”.
La situazione non si arresta da ormai tre anni: cosa riserverà il futuro al nostro paese?