Nei giorni scorsi si è realizzato, al teatro Lovaglio, lo spettacolo organizzato dagli alunni delle classi quinta C e quinta D della scuola primaria “Giovanni XXIII” di Venosa.
Prima di aprire il sipario, la professoressa Patrizia Del Puente dell’Università di Basilicata, esperta dialettologa, ha porto il suo saluto agli organizzatori e ai piccoli attori che di lì a poco avrebbero recitato in dialetto.
Presenti alla manifestazione anche:
- il consigliere regionale Franco Mollica;
- l’assessore alla cultura di Venosa, dott.ssa Carmela Sinisi;
- il presidente del Consiglio di Istituto, dott.ssa Maria Rosaria Sinisi.
La maestra Mina Maiorella ha precisato l’intento dello spettacolo: prendere le mosse dal passato per arrivare al presente.
Ha, inoltre, aggiunto:
“Il passato è fatto di ricordi belli e brutti.
Noi vogliamo dedicare questa manifestazione a tre persone che non ci sono più.
A Peppino Orlando, indimenticabile cronista di tutte le vicende venosine ed attento critico dei precedenti spettacoli organizzati gli anni scorsi dall’associazione Teatromania Group.
Ad una mia ex alunna, Maria Teresa Chito, che a soli trent’anni è volata in cielo.
Alla nostra collega, Claudia Lioy, che ci ha lasciato soltanto un mese fa”.
L’evento è stato come un viaggio storico-geografico attraverso le regioni italiane e le loro tradizioni folkloristiche.
La vita dei nostri antenati, le malelingue delle “comari”, i bambini del passato, le malinconie dei vecchi di ieri e di oggi che ancora trascorrono gran parte del loro tempo sulle panchine della villa comunale: tutto questo magistralmente interpretato con simpatiche scenette in dialetto.
L’entusiasmante manifestazione, curata dalle docenti Maiorella, Laserpe, Minutiello e Summa, si è avvalsa della regia del maestro in pensione Mauro Maino, un veterano nel dirigere spettacoli in dialetto venosino.
Le musiche, eseguite dalla Band “Sacro Cuore”, sono state scelte e dirette da Silvia Soldo e le belle coreografie sono state curate da Giusy Carella del Centro Danza “Giselle”.
Quando la scuola non si limita a impartite nozioni, ma scava nel profondo della storia per riesumare riti e tradizioni ormai andate in disuso, i giovani riescono davvero a comprendere e ad apprezzare la ricchezza del proprio territorio e delle proprie origini.
Di seguito, due foto dell’evento.