Ieri la Direzione aziendale della Magneti Marelli di Melfi ha convocato la Fiom Cgil e la RSA Fiom per affrontare la fine della produzione Punto e Mito, il calo produttivo Panda e l’impatto occupazionale che ne scaturisce.
Durante l’incontro, l’azienda ha comunicato un esubero di 80 lavoratori tra diretti e indiretti inerenti le produzioni Punto, Panda e Mito, pertanto si farà ricorso al contratto di solidarietà a partire dal 23 Luglio 2018 sino al 31 Gennaio 2018, per garantire l’occupazione nello stabilimento di Melfi.
I lavoratori interessati al contratto di solidarietà sono quasi la totalità, ad esclusione degli impiegati interessati a nuovi progetti (es. ibrido).
I lavoratori coinvolti al CDS sono 287 (operai, manutentori, team leader), su un totale di 323 e si avrà, pertanto, una riduzione complessiva riferita a tutto il periodo del contratto di solidarietà, anche al di sotto del 28% come media per tutti i lavoratori interessati.
La direzione ha accolto la richiesta della Fiom che la riduzione del lavoro dovrà essere equamente distribuita fra tutti i lavoratori che ruoteranno, per rendere al minimo la perdita salariale e affinché ci sia la maturazione dei ratei per tutti i lavoratori.
La Fiom Cgil e la RSA, inoltre, hanno ribadito la necessità di investire su nuovi modelli e nuovi motori a basso impatto ecologico per competere sul mercato e garantire così un futuro per lo stabilimento di Melfi, mantenere i livelli occupazionali e migliorare le condizioni di lavoro e di sicurezza all’interno dello stabilimento.
Inoltre la Fiom ha chiesto che si possa verificare la corretta applicazione dell’accordo con verifiche frequenti e segnalazioni che la RSA riporterà dietro indicazioni dei lavoratori.
La Fiom Cgil e la RSA invita pertanto a segnalare qualsiasi disagio in modo da intervenire e ripristinare i criteri definiti nell’accordo che garantiscono pari diritti a tutti i lavoratori.
La Fiom Cgil ha anche avanzato la richiesta di un’integrazione salariale per i lavoratori che in contratto di solidarietà vengano chiamati dalla direzione a fare la formazione e ritiene oggi necessario, alla luce della comunicazione del fine della produzione a Melfi, che vengano chiariti anche in un incontro con il governo i piani industriali e occupazionale della FCA e dello stabilimento di Melfi.
In merito a tale incontro, il segretario territoriale di Potenza, Giuseppe Palumbo e la segretaria Ugl della federazione lucana, Florence Costanzo, fanno sapere congiuntamente:
“Presso lo stabilimento Magneti Marelli di Melfi si è tenuto un incontro sindacale tra la direzione aziendale e le OO.SS. per discutere della situazione industriale alla luce del piano industriale 2018-2022 di Fca e Magneti Marelli e della prossima dismissione produttiva della Punto e Mito”.
Al centro del dibattito, dunque, contratti di solidarietà e futuro della Magneti Marelli come detto di sopra.
Questa la loro dichiarazione:
“Alla luce di questi due importanti e contrastanti elementi è scaturita la necessità, a fronte di una dichiarazione di esubero di 80 unità, di sottoscrivere un accordo sindacale relativo all’uso della cassa integrazione straordinaria, la cui causale è ‘contratto di solidarietà’, che partirà dal 23 Luglio e terminerà il 31 Gennaio 2019.
Tale accordo l’Ugl lo ha sottoscritto forte della garanzia che tale esubero è solo ed esclusivamente temporaneo; ancora oggi riteniamo che, come lo stabilimento lucano Fca non è assolutamente a rischio, anche le fabbriche satellite dell’indotto dell’agglomerato di San Nicola di Melfi debbano mirare ad incentivare un nuovo progetto di rilancio a garanzia della produzione e dei livelli occupazionali, priorità fondamentali in un momento così difficile.
Siamo fiduciosi nella politica di rilancio di Marchionne, non abbiamo timori poiché a Melfi sono stati eseguiti notevoli investimenti per miliardi di euro collegati e proiettati alla creazione ed al relativo incremento occupazionale.
Il contratto di solidarietà interesserà 287 lavoratori a rotazione, su una platea complessiva di 323 con una possibile riduzione media dell’orario di lavoro del 28%.
I lavoratori esclusi dal CDS rappresentano tutte quelle figure professionali, comunicate dalla Direzione aziendale, considerate infungibili a fronte del possibile piano di ristrutturazione e del prosieguo produttivo legato ai modelli Jeep e 500x che registrano una forte crescita del 26% ( Jeep Renegade) e del 7% (500x).
L’Ugl sostiene che non si debbano fare allarmismi inutili poiché ci sentiamo di poter dire che Melfi, attraverso il nuovo piano industriale annunciato da Marchionne, ha un futuro industriale e che i sacrifici dei lavoratori lucani possono trovare una prima risposta attraverso l’affermazione del lavoro, degli investimenti e soprattutto della centralità strategica ed industriale all’interno del gruppo FCA.
Siamo convinti sostenitori del piano di rilancio Fca, dal momento che l’Amministratore ha confermato il futuro piano quinquennale del gruppo.
Sicuramente saranno mesi complicati ma, a differenza del passato, questa volta intravediamo una luce che è sinonimo di continuità produttiva e di nuovo impulso industriale.
L’accordo sottoscritto in data odierna prevede un’equa rotazione tra i lavoratori, attraverso anche la verifica bimestrale delle percentuali e dei lavoratori coinvolti, e la completa maturazione dei ratei che consentirà una minore perdita salariale dei lavoratori.
Saremo, dunque, pronti alle prossime e nuove sfide industriali attraverso anche un programma corposo di formazione che coinvolgerà i lavoratori di Magneti Marelli, affinché si possano costruire le future basi di sviluppo del nostro stabilimento e complessivamente della tenuta sociale del nostro territorio.
Infine la firma del CDS in maniera unitaria, anche da chi in questi anni ha sempre osteggiato gli altri con annunciazioni di streghe, di licenziamenti e d’ipocrisie, ci rallegra in quanto, a differenza delle chiacchiere, il tempo è sempre galantuomo e detta inesorabilmente la realtà dei fatti.
L’auspicio unitario del sindacato è che, in questa fase complicata ma fondamentale per il futuro, tutti possano assumersi le proprie responsabilità, affinché si possa davvero preservare il bene dei lavoratori”.