Lavoratori a rischio.
L’appalto delle pulizie al Crob di Rionero è sotto accusa.
Il 16 Luglio dovrebbe consumarsi il passaggio di consegne tra la ditta uscente “Facility” (che gestiva anche la vigilanza non armata) e la subentrante “L’Operosa”, cooperativa bolognese che si è aggiudicata la gara.
I sindacati si sono schierati con i lavoratori che rischiano il licenziamento o una drastica riduzione dello stipendio già esiguo a causa di questo ennesimo cambio di rotta.
Una lettrice, anche lei vittima di questa situazione, pochi giorni fa ha dichiarato alla nostra Redazione:
“A pagare le conseguenze sono sempre i soliti lavoratori e le loro famiglie”.
Ad oggi, sembra che questo alone di precarietà non si sia ancora superato.
Di seguito, la nota della USR Cisl Basilicata sui risultati dell’incontro in prefettura riunitosi ieri per discutere sulla questione:
“Nulla di fatto ieri al tavolo in prefettura sulla vertenza dei lavoratori delle pulizie del Crob di Rionero.
Le parti sono ancora distanti sulla procedura di cambio d’appalto e pertanto i sindacati hanno di deciso di mantenere lo stato di agitazione in attesa della prossima riunione, ancora non convocata ufficialmente, all’ispettorato territoriale del lavoro.
A fronte della disponibilità manifestata dalla ditta entrante, la cooperativa L’Operosa, ad assorbire 75 dei 76 addetti della Facility attualmente impegnati sull’appalto, Filcams, Fisascat e Uiltucs hanno lamentato un taglio di oltre il 40 per cento del monte ore.
A questo si aggiungono l’incertezza sul servizio di raccolta dei rifiuti speciali e della biancheria e lo scorporo del servizio di sorveglianza non armata in un avviso pubblico ad hoc privo di clausola sociale.
Parlare di applicazione della clausola sociale in questo caso ci appare quanto meno improprio, in considerazione del fatto che il monte ore si riduce di quasi la metà.
Per noi clausola sociale significa mantenimento dei livelli occupazionali a parità di condizioni salariali e contrattuali.
Il pasticcio nasce già nel bando di gara e si aggrava con gli errori contenuti nella prova di congruità dell’offerta da parte della stazione appaltante che non ha tenuto conto delle tabelle ministeriali.
Il risultato è che, ancora una volta, gli errori della stazione appaltante li pagano i lavoratori che si vedono decurtati ore di lavoro e salario”.