Livio Valvano, Segretario regionale PSI Basilicata e Sindaco di Melfi, dichiara ufficialmente la posizione dei socialisti in merito alla mozione di sfiducia al Presidente della Regione Basilicata, Marcello Pittella, interrogato lo scorso Giovedì sul terremoto che ha investito la sanità lucana.
Questa la nota di Valvano:
“La recentissima pubblicazione della sentenza della Corte Costituzionale (n.151 pubblicata l’11 Luglio) che, in questo caso, conferma e legittima le scelte del Governo Regionale di 2 anni fa sulla materia dei rifiuti, è un interessante spunto di riflessione anche rispetto a ciò che sta accadendo in queste ore in Basilicata.
È curioso notare che anche in questi casi non c’è un risalto mediatico equivalente a quando, invece, la Regione perde il giudizio di costituzionalità.
Più o meno lo stesso divario comunicativo tra il giorno della conferenza stampa della Procura che divulga arrestati e ragioni dell’arresto, che si trasformano in una condanna preventiva e momento dell’assoluzione quando non trovi più nessuno a dare risalto e a spiegarti il perché.
Il caso è molto rilevante.
Gli amministratori lucani sanno bene cosa significa occuparsi del settore dei rifiuti.
È uno di quei casi dove percepisci collegamenti tra potere economico e tutto il resto.
Si, tutto il resto, nulla escluso.
Sul finire dell’anno 2015, a Melfi ci trovammo in una situazione di vero attacco, considerato che si concentrarono in pochi mesi 5 richieste di autorizzazioni per costruire impianti per il trattamento della frazione umida per circa 550 mila tonnellate, l’equivalente di 10 milioni di abitanti.
Erano tutti concentrati su Melfi.
Con una telefonata spiegai al Presidente Pittella il pericolo che incombeva, considerato che era in fase di elaborazione il piano regionale dei rifiuti.
Devo dare atto a lui personalmente e all’allora consigliere Pietrantuono di aver promosso l’approvazione di una legge tempestiva che ha bloccato temporaneamente tutte le procedure di AIA in attesa del Piano.
Il risultato è stato giusto, ma la decisione non è stata così semplice e scontata.
Mettere le mani in questo settore, facendo prevalere il bene della comunità, non è affatto decisione scontata e soprattutto semplice.
Ai tanti “esperti” che in quella circostanza prendevano le distanze astenendosi, non votando o anche cercando di bloccare l’approvazione di quella legge, argomentando sulla illegittimità Costituzionale di quella scelta, voglio far notare che quelle scelte fanno la differenza.
Sono quelle scelte che dividono il campo politico tra chi lavora per il popolo e chi invece si genuflette dinanzi ai poteri forti; sono quelle scelte che perimetrano l’appartenenza tra chi appartiene a gruppi di potere trasversali nelle varie istituzioni, le cosiddette “cupole” o “cabine di regia” e chi invece, con senso del dovere e generosità, dà una risposta seria ai problemi della comunità.
Certo, chi non appartiene a questi gruppi di potere corre molti rischi nello svolgimento della funzione, rischi che possono determinare inciampi di vario genere, soprattutto quando impedisci la realizzazione di un business di quella dimensione.
Pensate che 550 mila tonnellate all’anno (che grazie al piano regionale dei rifiuti approvato nel 2016 non si faranno) significano un fatturato complessivo di circa 100 milioni di euro all’anno.
Non è stato uno scherzo fare quella scelta.
È uno dei motivi concreti che porteranno i socialisti a votare contro nel Consiglio Regionale convocato per il prossimo Mercoledì, durante il quale si discuterà e voterà la mozione di sfiducia al Presidente Pittella, presentata dalle deboli opposizioni infiammate dalla bramosia giustizialista e dal tintinnio delle manette, opposizioni tutte schierate con i poteri forti, desiderosi di far saltare chi ha impedito di fare affari sulla pelle dei cittadini lucani e, in particolare, a spese delle popolazioni del Vulture-Melfese-Alto Bradano”.