FCA ha un nuovo Amministratore Delegato.
Si tratta di Mike Manley, responsabile del brand Jeep.
A stabilirlo, il Consiglio di amministrazione (convocato in seguito all’uscita dai giochi di Sergio Marchionne per un’operazione alla spalla) che, come annunciato dal presidente John Elkann, ha optato per una soluzione interna, smentendo le voci sul cambio di vertice in favore di Louis Carey Camilleri.
Come fa sapere la stessa Fca:
“in riferimento alle condizioni di salute di Sergio Marchionne, Fiat Chrysler Automobiles N.V. (“FCA”) (NYSE: FCAU / MTA: FCA) comunica con profonda tristezza che in settimana sono sopraggiunte complicazioni inattese durante la convalescenza post-operatoria del Dr. Marchionne, aggravatesi ulteriormente nelle ultime ore.
Per questi motivi il Dr. Marchionne non potrà riprendere la sua attività lavorativa”.
Ma chi è il nuovo boss dell’azienda.
54 anni, nato a Edenbrige, in Inghilterra.
Entrato in Chrysler nel 2000 come direttore sviluppo rete per il Regno Unito, pian piano è divenuto il numero uno di Jeep, il marchio più importante del gruppo.
Ormai da tempo era stato selezionato come papabile sostituto di Marchionne, assieme a:
- Richard Palmer, direttore finanziario;
- Alfredo Altavilla, responsabile dell’area Eme.
Questa la carriera di Manley:
- Chief operating officer Asia;
- nel Dicembre 2008, Executive vice president – International sales e global product planning operations, con la responsabilità della pianificazione prodotto e di tutte le attività di vendita al di fuori del Nord America;
- a Giugno del 2009, nominato president and Ceo del marchio Jeep in Chrysler Group;
- dal 1 Settembre del 2011 è Head of Jeep Brand e membro del Group Executive Council;
- nel 2015, nominato Head of Ram Brand.
Ha inoltre diretto le attività internazionali di Chrysler fuori dell’area Nafta con la responsabilità di implementare gli accordi di cooperazione per la distribuzione dei prodotti del gruppo Chrysler attraverso il network internazionale di Fiat.
Manley ha dichiarato in un comunicato:
“Sono profondamente addolorato per le condizioni di Sergio. Si tratta di una situazione impensabile fino a poche ore fa, che lascia a tutti quanti un senso di ingiustizia.
Il mio primo pensiero va a Sergio e alla sua famiglia.
Quello che mi ha colpito di Sergio fin dall’inizio, quando ci incontrammo per parlare della possibilità che venisse a lavorare per il Gruppo, più ancora delle sue capacità manageriali e di una intelligenza fuori dal comune, furono le sue qualità umane, la sua generosità e il suo modo di capire le persone.
Negli ultimi 14 anni, abbiamo vissuto insieme successi e difficoltà, crisi interne ed esterne, ma anche momenti unici e irripetibili, sia dal punto di vista personale che professionale.
Per tanti Sergio è stato un leader illuminato, un punto di riferimento ineguagliabile.
Per me è stato una persona con cui confrontarsi e di cui fidarsi, un mentore e soprattutto un amico.
Ci ha insegnato a pensare diversamente e ad avere il coraggio di cambiare, spesso anche in modo non convenzionale, agendo sempre con senso di responsabilità per le aziende e per le persone che ci lavorano.
Ci ha insegnato che l’unica domanda che vale davvero la pensa farsi, alla fine di ogni giornata, è se siamo stati in grado di cambiare qualcosa in meglio, se siamo stati capaci di fare una differenza.
E Sergio ha sempre fatto la differenza, dovunque si sia trovato a lavorare e nella vita di così tante
persone.
Oggi, quella differenza continua a farla la cultura che ha introdotto in tutte le aziende che ha gestito e
ne è diventata parte integrante.
Le transizioni che abbiamo appena annunciato, anche se dal punto di vista personale non saranno prive di dolore, ci permettono di garantire alle nostre aziende la massima continuità possibile e preservarne la cultura.
Per me è stato un privilegio poter avere Sergio al mio fianco per tutti questi anni.
Chiedo a tutti di comprendere l’attuale situazione, rispettando la privacy di Sergio e delle persone che gli sono più vicine”.
C’è aria di cambiamento per Melfi FCA, cosa ne pensate?