Un quarto di secolo: tanti gli anni in cui la Punto ha fatto parte di casa Fiat.
Che la sua produzione dovesse cessare era ormai cosa risaputa, ma ieri molti lavoratori dello stabilimento melfitano hanno assistito con i loro occhi al transito nell’ultimo modello di fabbrica, realizzando che sì, un’era è davvero terminata.
Sembra quasi provvidenziale che alla dipartita dell’amministratore delegato Sergio Marchionne corrisponda una fase simile per l’azienda, come quasi a chiudere definitivamente il cerchio.
Già pochi giorni fa si sentiva nell’aria che il momento di realizzazione concreta di questo passaggio sarebbe arrivato; che gli operai, nel breve termine, avrebbero lavorato solo per la Jeep Renegade e per la 500X; che quella linea sarebbe stata improvvisamente vuota.
Già pochi giorni fa, l’ultima scocca della storica auto è passata tra le mani del lavoratore Massimo Capano, il quale ha voluto immortalare quel momento con uno scatto che vale più di mille parole.
Una storia di successi, quella della Punto, che ha tenuto alto il nome di Fiat Chrysler Automobiles.
La vettura torinese entrò in commercio nel 1993, quando fu presentata al prestigioso salone dell’auto di Francoforte.
Da allora è entrata nel cuore di tanti italiani, come dimostrano i 9,5 milioni di pezzi venduti.
Un’utilitaria compatta, di segmento B, degna sostituta della Fiat Uno e curata nei minimi dettagli dal designer Giorgetto Giugiaro.
Ebbe così tanto consenso che appena due anni dopo, nel ’95, divenne auto dell’anno.
Nel 1999, una modifica all’avanguardia la portò sul punto più alto del podio europeo: la Punto fu la prima auto a montare il servosterzo elettrico.
Nel 2005, nacque la Grande Punto, più grande rispetto ai modelli precedenti.
Nel 2009 fu la volta della Punto Evo e, dopo 3 anni, si riabbracciarono le origini.
Tanti i problemi che nell’ultimo periodo hanno affranto coloro che, da buoni operai, ogni giorno si recano sul posto di lavoro per fare del loro meglio.
Tuttavia ieri, anche solo per un secondo, le stesse persone hanno smesso di pensare ai contratti di solidarietà e alla sicurezza del loro futuro: ieri, uomini e donne, hanno guardato passare un pezzo di storia d’Italia e ne hanno sentito il peso.
Di seguito la foto dell’operaio Massimo con l’ultima scocca e quella dell’ultimo modello transitato.