Secondo lo studio diffuso dalla fondazione Gimbe (che analizza i dati 2017) cresce il numero dei lucani che vanno a curarsi fuori regione.
Un triste primato per la Basilicata seconda solo alla Calabria.
In una nota di Angelo Summa, segretario generale Cgil Basilicata, si legge:
“L’assessore nonché presidente della Giunta regionale di Basilicata Flavia Franconi si affanna a spiegare i dati del piano di riparto Fondo Sanità 2018 parlando di un buon lavoro per essere riusciti ad ottenere un’assegnazione vantaggiosa delle risorse rispetto agli anni precedenti ma evita accuratamente di parlare di come queste risorse saranno utilizzate per superare le criticità della sanità lucana.
Ad esempio come affrontare e risolvere il saldo peggiorativo della migrazione sanitaria nel 2017 rispetto agli anni precedenti.
Che il dato della Basilicata sia tra i peggiori d’Italia classificandosi al penultimo posto nel saldo della migrazione sanitaria pesato per il numero di residenti, solo prima della Calabria, lo dice la fondazione Gimbe in un approfondito studio che analizza i dati 2017.
Questo primato negativo chiarisce, ove ve ne fosse bisogno, che le scelte di politica sanitaria compiute con la legge 2 del 2017 hanno drammaticamente peggiorato il sistema sanitario della Basilicata, già provato da anni di carente programmazione e mancato controllo e verifica sui risultati e obiettivi raggiunti dal management selezionato per dirigere le aziende da parte del dipartimento preposto.
Gli ultimi fatti giudiziari, che hanno visto il coinvolgimento dei vertici della sanità lucana, hanno evidenziato tutti i limiti di un sistema di valutazione del management sanitario molto aperto e discrezionale, volutamente aperto e privo di valutazioni oggettive e stringenti.
La percezione che si ha è quella di un generale decadimento, sotto il profilo sia della quantità sia della qualità delle prestazioni erogate dal sistema sanitario della Basilicata.
Il disegno di riordino ha sguarnito, infatti, proprio quei presidi che sul territorio rappresentavano una minima barriera all’emigrazione sanitaria e che costituivano anche motivo di attrazione dagli altri territori, essendo collocati in prossimità con le altre regioni.
La conseguenza è che la migrazione sanitaria attiva del 2017 si riduce di 4 milioni di euro rispetto al 2016 e la migrazione passiva aumenta di circa 10 milioni di euro.
Dunque un duplice dato negativo che segnala inequivocabilmente che le scelte operate dalla Regione Basilicata sono sbagliate e minano seriamente la sostenibilità futura del sistema.
A nostro avviso la situazione non emerge ancora in tutta la sua dimensione.
Per difficoltà orografiche e per problemi socio economici, una quota dei nostri concittadini rinuncia ad esami e cure e la riduzione dell’accessibilità delle strutture sanitarie di Basilicata con l’allungamento inesorabile dei tempi di attesa per ricoveri e prestazioni ambulatoriali rende ancora più drammatico questo dato.
La salute dei lucani non può essere merce di scambio elettorale, serve chiarezza e trasparenza sui dati relativi all’accesso alle prestazioni che stanno determinando di fatto una rinuncia a potersi curare.
L’assessore Franconi trasmetta i dati della produzione delle strutture sanitarie nel 2016 e nel 2017 e se da questi dati, come noi temiamo, emerge una riduzione delle potenzialità di erogazione di prestazioni sanitarie del sistema, ne prenda atto e inverta la direzione mandando anche a casa chi si è reso protagonista di questa disfatta”.