Come Monticchio, anche Muro Lucano sta partecipando alla raccolta firme, cartacea e on-line, del Fondo Ambiente Italiano per salvaguardare il proprio “Luogo del cuore”, in questo caso rappresentato dal Sentiero delle Ripe e dei Mulini.
Il luogo è già da tempo percorribile e si attesta tra i siti di maggior interesse storico-naturalistico.
Gli scalini, larghi e bassi, in passato furono studiati in conformità al passo di asini e muli, pertanto risulta una passeggiata agevole per chiunque voglia inoltrarvisi.
Il percorso delle Ripe di Muro è la strada più antica del paese, affascinante ed incontaminata, pur trovandosi quasi nel centro abitato.
Scavata nella roccia calcarea ad un’altitudine di 530 metri, con un andamento lento che scende e poi risale seguendo la conformazione orografica del territorio, prende il via dalla parte più alta del paese e prosegue fin giù nella gola rocciosa, a strapiombo, per poi salire nuovamente dal lato opposto.
Si presume che la costruzione del sentiero sia databile al IX secolo.
Il cammino giunge al torrente Rescio, con piani a gradoni calcarei, talvolta scavati nella stessa roccia.
È un posto unico nella sua specie, che ha sviluppato anche una flora ed una fauna del tutto particolari.
In origine il percorso fu costruito per congiungere il quartiere Pianello con la frazione di Capodigiano.
Oltre a ciò, permetteva l’approvvigionamento, soprattutto idrico, all’antico borgo (ancora oggi dalla fontana Parìa sgorga acqua freddissima, piacevole per quanti vi si recano o sostano per una giornata, grazie alla possibilità di pranzare nell’area pic-nic).
Lo scenario che si paventa agli occhi dello spettatore ha dell’incredibile giacché, giunti in fondo al vallone, ci si ritrova circondati da rocce calcaree che si stagliano verso il cielo fino ad un’altezza di oltre 100 metri e si ha la possibilità di ammirare la celebre opera del ponte Pianello (voluta dal Ministro delle Finanze Francesco Saverio Nitti) da una prospettiva affascinante, ovvero dal basso, godendo della panoramica dell’arco parabolico sospeso sul burrone.
Lungo il cammino naturalistico si incontra un altro ponte, più piccolo, ad oggi uno dei pochi esempi di architettura civile romanica realizzata intorno al 1100 e resti di mulini ad acqua con muri a secco (edificati a inizio ‘800) che servivano non solo alla macinatura del grano, ma anche alla lavorazione della lana.
Poco più sopra dei mulini, sono state rinvenute di recente anche le vasche di riserva d’acqua.
È difficile risalire alle date di utilizzo ultimo, ma è noto, grazie ad un documento di concessione, che in età angioina erano elencati tra i beni del feudo accordato da re Carlo d’Angiò al primo feudatario murese, tale francese Pietro Hugot.
A Muro Lucano, con la Pro Loco e l’associazione ambientalista “Un Muro d’amare”, si è avviato già un percorso di tutela e valorizzazione del patrimonio storico-sentieristico.
La raccolta firme, a cui i cittadini stanno aderendo e che stanno promuovendo tramite il censimento del Fai, è volta a salvaguardare e porre all’attenzione della comunità e delle istituzioni locali e nazionali un posto unico nel suo genere.
Di seguito, alcune foto delle splendide ripe.