La Segreteria Regionale UIL FPL si è espressa sul futuro dei presidi ospedalieri lucani.
In una nota a firma di Giuseppe Verrastro si legge:
“La scorsa settimana la UIL FPL, per l’ennesima volta, ha denunciato le gravi carenze di personale del Presidio Ospedaliero di Melfi, ma situazioni analoghe si registrano anche negli altri tre presidi di Villa D’Agri, Lagonegro e Pescopagano.
Le criticità sono diventate insostenibili ovunque, soprattutto perché mancano infermieri, oss e medici.
Una condizione che, se non si affronta con decisione, è destinata ad aggravarsi per i numerosi pensionamenti previsti, a partire già dai prossimi mesi.
Particolarmente delicato è il continuo assottigliarsi dell’organico dei medici che rischia di portare al collasso l’intero sistema sanitario.
La Direzione strategica del S. CARLO, infatti, sta procedendo ad assumere Dirigenti medici, ma gli ospedali territoriali sono spesso snobbati per cui, malgrado gli investimenti infrastrutturali significati fatti, per mancanza di medici, alcuni reparti rischiano la chiusura.
Giustamente i territori , attraverso i comitati e i loro rappresentanti istituzionali, si stanno mobilitando e queste loro sacrosante richieste vanno tenute presente.
Di qui la necessità di aprire un confronto urgente se non si vogliono ulteriormente ridimensionare i servizi.
Purtroppo si arriva con ritardo, in quanto gli allarmi che tante volte il sindacato ha lanciato sono rimasti inascoltati.
Già nel lontano 2011, in occasione del convegno sul Piano Socio Sanitario, la UIL FPL lanciò l’idea, tra lo scetticismo generale, di istituire, presso il S. Carlo e l’ Università, una facoltà di medicina proprio per garantire un ricambio generazionale della dirigenza medica.
Una proposta quantomai attuale che però oggi non può venire incontro alle esigenze del settore, tra l’altro, alle prese anche con lo smaltimento delle ferie estive e la concomitante babele delle mobilità in uscita.
La UIL FPL , perciò, chiede di individuare una proposta funzionale ed efficace in grado di assicurare la presenza dei medici nei presidi, magari aumentando l’integrazione tra Ospedale e Territorio in modo da privilegiare l’appropriatezza delle cure.
Non si può continuare a navigare a vista costringendo medici, infermieri e OSS a turni massacranti e a sopperire all’ultimo momento alle assenze, alle malattie con ordini di servizio al limite della legalità.
È necessario da subito un segnale forte mettendo rapidamente in atto i piani assunzionali di personale sanitario, destinando il massimo possibile agli ospedali territoriali.
Nel contempo, la Regione deve convocare con urgenza tutte le parti per trovare una soluzione e soddisfare così le esigenze dei cittadini e degli operatori che sono al limite delle loro forze”.