Si torna a parlare del video che in queste ore sta circolando in rete e che vede protagonisti il vicepremier grillino Luigi Di Maio e il Governatore Pugliese Michele Emiliano.
Di Maio infatti, in visita a Bari dopo la questione Ilva, chiede ad Emiliano:
“Con Matera cosa state facendo?”.
In quel frangente, non è ben chiara la risposta che Emiliano dà prontamente al suo interlocutore.
Si è così scatenata l’ironia coloro i quali hanno ipotizzando che Di Maio non sapesse dove si trovi Matera.
A dare una spiegazione su quanto è successo è stato Emiliano che ha sottolineato:
“Questa storia che è stata messa in giro che il ministro Luigi Di Maio mi avrebbe parlato di Matera pensando che Matera fosse in Puglia è veramente una barzelletta, anche abbastanza ridicola.
Tra l’altro ho sentito e risentito il testo è non c’era nulla nella conversazione che si prestasse ad un’interpretazione del genere.
Siamo, come al solito, a quelle modalità politiche che poi provocano solo la confusione dei cittadini e una reciproca sfiducia.
Il Ministro mi ha semplicemente chiesto cosa stiamo combinando per sostenere lo sforzo di Matera “capitale europea della cultura.
Ovviamente, io ho detto che i pugliesi hanno investito 2,5 milioni di euro per sostenere l’evento culturale in sé più il finanziamento milionario del raddoppio della ferrovia Bari-Matera per interconnettere la Puglia con la Basilicata.
In particolare: supera i 198 milioni di euro la somma investita dalla Regione Puglia per il raddoppio, la messa in sicurezza e la dotazione di mezzi sulla linea ferroviaria Bari – Matera.
La Giunta Regionale Pugliese ha poi varato un programma destinato alla Puglia con Matera 2019, che impiega 2,5 milioni di euro.
L’obiettivo, con le azioni messe in campo, è arricchire il percorso dei turisti e visitatori diretti a Matera con itinerari ricchi di esperienza e promuovere così il territorio pugliese, che confina con la capitale europea della cultura, con le ricchezze storiche, artistiche, culturali e del paesaggio; sostenendo gli sforzi degli operatori e dei comuni e valorizzando l’immenso patrimonio della Puglia”.
Dura anche la risposta dello stesso Di Maio che non si è fatta attendere:
“Giornalisti ignoranti o in mala fede, o entrambi, mi accusano di aver sbagliato a chiedere a Emiliano cosa stesse facendo per Matera, lasciando intendere che non sappia in che regione sia. Sono loro che non sanno che la Regione Puglia sta facendo e ricevendo investimenti milionari in vista dell’appuntamento con Matera capitale della Cultura.
In particolare:
– 100 milioni di euro per il raddoppio della ferrovia Bari Matera e le opere connesse
– Bando Pubblico per il Concorso di Idee “La Murgia abbraccia Matera” per finanziare attività culturali di diverso tipo per la valorizzazione dei beni di architettura rurale e archeologia industriale della Puglia
– 2 milioni di euro per valorizzare storia, cultura e paesaggio lungo l’itinerario che dalla Puglia va a Matera.
Non sanno che il consiglio regionale pugliese ha addirittura approvato una legge per la promozione del turismo culturale in occasione di “Matera Capitale Europea della Cultura 2019”.
Visto che i governi precedenti non hanno mai garantito un collegamento ferroviario con Matera, i treni quindi arriveranno a Bari e da lì o ci sarà il nuovo collegamento ferroviario o ci sarà un servizio di pullman per portare i turisti a Matera.
Non sanno neppure che dopo quel colloquio con Emiliano abbiamo inaugurato il 5g Bari Matera. Insomma, non sanno che ci sono importanti rapporti commerciali tra due regioni confinanti e che Matera capitale della Cultura significa un grande ritorno economico non solo per i lucani, ma anche per i pugliesi. E i politicanti del Pd che riprendono questa fake news sono peggio di loro.
Questo spiega perché il Sud sia in queste condizioni: non hanno neppure le basi. Per far risorgere il Sud bisogna fare rete ed è quello che facciamo per Matera.
L’operazione di discredito verso questo governo continua senza sosta. Gli editori dei giornali hanno le mani in pasta ovunque nelle concessioni di Stato: autostrade, telecomunicazioni, energia, acqua. E l’ordine che è arrivato dai prenditori editori è di attaccare con ogni tipo di falsità e illazioni il MoVimento 5 Stelle.
Questo non è più giornalismo libero. Siamo di fronte alla propaganda dell’establishment che si fonda anche su contributi pubblici mascherati come la pubblicità da parte dei concessionari di Stato (quanti soldi prende Repubblica dai Benetton per la pubblicità?). Bisogna fare una legge per garantire che gli editori siano puri e i giornalisti liberi di fare inchieste su tutte le magagne dei prenditori”.