Questa mattina, a conclusione di indagini coordinate dalla Procura della Repubblica di Potenza – Direzione Distrettuale Antimafia e condotte dai Carabinieri della Compagnia di Venosa, è stata data esecuzione a 22 ordinanze cautelari personali, disposte dal GIP di Potenza nell’ambito dell’operazione “Turn Over”:
- 3 custodie cautelari in carcere;
- 9 arresti domiciliari con applicazione del c.d. ‘braccialetto elettronico’;
- 10 divieti di dimora nel comune di Venosa.
Le indagini, avviate nel 2017 e basate su una sinergica applicazione di diversi atti (intercettazioni, servizi di osservazione, controllo e pedinamento, perquisizioni e sequestri, arresti in flagranza ‘a riscontro’) hanno consentito di accertare l’esistenza di un’articolata associazione a delinquere, composta da 12 persone, dedita ad un frenetico traffico di sostanze stupefacenti (del tipo cocaina, eroina, hashish e marijuana) radicata in Venosa.
Dalle indagini svolte risultava che al vertice dell’associazione si collocava S. A. (47enne nato a Venosa) che garantiva un continuo rifornimento di sostanza stupefacente ai vari associati-rivenditori al dettaglio, esercitando sui sodali la propria indiscussa autorità, anche mediante l’uso della forza e minacce.
Il rifornimento della sostanza, poi rivenduta nella piazza di Venosa, avveniva nel vicino territorio foggiano, dando conferma dell’allarmante sinergia fra la criminalità organizzata lucana e quella operante nel limitrofo circondario foggiano.
Le investigazioni hanno consentito di accertare come l’attività criminosa fosse improntata a criteri tipicamente ‘imprenditoriali’ di programmazione e gestione dell’illecita intermediazione in stupefacenti, con riferimento,
ad esempio, alla precisa ripartizione, da parte dei citati capi dell’associazione, dei proventi economici dell’attività di spaccio, alla razionale diversificazione dei ruoli all’interno dell’associazione, alla determinazione dei ‘prezzi’ dello stupefacente, alle condizioni per la concessione agli assuntori di eventuali ‘dilazioni’ di pagamento.
Diversi episodi di spaccio (e questo desta particolare allarme sociale) avvenivano in prossimità di luoghi di aggregazione giovanile.
Elevato appariva il numero di assuntori che periodicamente si rivolgevano al sodalizio, capace di assicurare un’offerta di stupefacente ampia e diversificata, adatta alle esigenze di una domanda particolarmente intensa.
Accanto a persone già imputate per reati in materia di stupefacenti (quali ad esempio lo stesso menzionato Scoca Antonio) va evidenziata, tra i soggetti destinatari di misura cautelare detentiva nella presente indagine, la presenza di alcuni associati poco più che ventenni che, grazie alla competenza delinquenziale trasmessa dal vertice dell’associazione, manifestano già una caratura criminale di rilievo ed un crescente ruolo nell’attività di spaccio.
Ed infatti, le indagini hanno svelato un graduale ‘ricambio’ dei circuiti dello stupefacente nel territorio venosino e l’allarmante compresenza di ‘veterani’ e di figure ‘emergenti’ che ha reso necessario un tempestivo intervento cautelare.
È inoltre purtroppo emerso l’impiego, in alcune attività illecite, anche di 3 soggetti minorenni.
Nei confronti di altre 10 persone, non facenti parte dell’associazione a delinquere, ma pure responsabili di molteplici episodi di detenzione e cessione di stupefacente (ed alcuni anche molto giovani), è stata applicata la misura del divieto di dimora nel Comune di Venosa.
Le misure sono state eseguite da circa 80 militari della Compagnia Carabineri di Venosa, con l’ausilio del Comando Provinciale CC., che si sono avvalsi anche di unità cinofile per l’esecuzione di perquisizioni disposte nei confronti di tutti i 22 destinatari di misura cautelare.
I dettagli dell’operazione saranno illustrati nel corso di una conferenza stampa presso la Procura della Repubblica di Potenza (Palazzo di Giustizia, via Nazario Sauro) fissata per oggi alle ore 12:00.
In fase di esecuzione delle misure cautelari sono stati trovati, durante tre diverse perquisizioni, significativi quantitativi di eroina e marijuana, che hanno consentito di procedere, anche, all’arresto in flagranza di tre indagati.