A Melfi, il 17 Settembre del 1089, si concluse un evento epocale: il III Concilio.
Vi parteciparono 70 vescovi di Puglia, Calabria e Molise e fu indetto da Papa Urbano II (Oddone di Lagery), convinto sostenitore della supremazia della Chiesa e colui che bandì la Prima Crociata nel 1095, durante il Sinodo di Clermont, quando fece appello a tutti i principi cristiani perché si equipaggiassero adeguatamente e partissero alla volta della Terra Santa.
Fu proprio durante il III Concilio che Papa Urbano II parlò per la prima volta della liberazione del suddetto luogo spirituale (e secondo la leggenda lo fece presso l’allora Chiesa di Santo Stefano, oggi Chiesa delle Spinelle).
A quel tempo Melfi era la capitale dei Normanni.
Tanto fomento spinse circa 60.000 persone a raggiungere il Santo Sepolcro, della cui liberazione il Papa, già dipartito, non poté godere.
Nel corso del Concilio, vennero emanati 16 canoni per:
- condannare la simonia (acquisto di beni sacri spirituali);
- proibire le investiture laiche;
- ordinare il celibato ai chierici;
- riformare la disciplina monastica.
A ricordo di quell’evento:
- una statua del 1989 presso la collina dei Cappuccini che ritrae Papa Urbano II;
- un dipinto eseguito tra il 1748 e il 1765 e conservato presso la Cattedrale di Melfi.
Melfi, dunque, ricopriva un ruolo di importanza strategica: già sede di due precedenti concili papali, ne ospiterà altrettanti (nel 1101 e nel 1130), senza contare quello indetto dall’antipapa Anacleto II nel 1130 e non riconosciuto dalla Chiesa.