Lavello, culla di devozione e pellegrinaggio, la scorsa Domenica si è resa protagonista di un’impresa davvero molto sentita.
Per la prima volta, ben 120 pellegrini hanno attraversato 4 chilometri di strada per giungere a Monte Sant’Angelo e onorare San Michele.
A raccontare come tutto ha avuto inizio, il cittadino Emanuele Zuccaro, in questa toccante dichiarazione lasciata alla nostra Redazione:
“Papà mi raccontava sempre di questo pellegrinaggio, voleva seguirlo, ma era impossibilitato, così gli promisi che un giorno l’avrei realizzato.
Raccontandolo ad un amico, Donato Duino, decidemmo di farlo.
Chiedemmo consiglio alla nostra guida spirituale, don Angelo Grieco e con il suo aiuto riuscimmo a progettarlo.
Iniziammo con un pullman di 9 posti e, parlando con la gente, arrivammo a 120 persone, cioè 2 pullman grandi: fu a questo punto che subentrò dentro di me la voglia ancora più forte di seguire questo sogno, in parallelo all’ansia e alla paura di non riuscire a gestirlo, ma decidemmo comunque di farlo.
Nel valutare il percorso, mi ricordai che papà mi raccontava che andava sempre prima alla Madonna dell’Incoronata, poi a San Giovanni Rotondo e, sotto la Foresta Umbra, si iniziava il cammino per arrivare sul monte.
Queste furono le tre tappe decise.
Partimmo da Lavello.
l’incontro era nella nostra parrocchia, Sacro Cuore, con la benedizione del nostro parroco.
Arrivammo a Foggia, iniziammo a fare i tre giri, come per nostra tradizione, per poi per essere accolti dal rettore del santuario che raccontò la nostra grande devozione alla madonna.
Non poteva mancare la benedizione della nostra madre celeste, venerata da noi da molti anni.
Partimmo per San Giovanni Rotondo e, arrivati lì, facemmo una sosta alla casa del pellegrino per pranzare tutti insieme.
Partimmo subito dopo aver visitato il Santuario.
Arrivati all’incrocio Carbonara-Foresta Umbra, scendemmo dai pullman per metterci in cammino verso San Michele.
Fu qui che dentro di me la gioia iniziò a mescolarsi con l’ansia.
Voltandomi di tanto in tanto, vedevo tutte queste persone pregare e cantare insieme e pensavo a quanto fosse potente l’amore verso ‘Lui’.
Salimmo con un unico coro, cantando inni e gloria a San Michele, portando uno per volta una croce di legno.
Arrivati vicino alla basilica, venimmo accolti dal Sindaco il quale, con sorpresa inaspettata, ci fece sostare in una stanza dove, con il presidente del comitato feste patronali, ci donò un bastone, segno del pellegrino, con la promessa di portarlo ogni anno e arricchirlo di un oggetto in più e il pane, prodotto tipico loro, che condividemmo.
Nella grotta animammo la messa, presieduta dal vescovo Giuliani della diocesi Lucera-Troia.
Rientrati a casa, dedussi che l’unione e la collaborazione della gente fece sì che questo sogno si potesse realizzarsi a pieno”.
Questa storia parla d’amore: per la famiglia, per la propria comunità e, soprattutto, per San Michele Arcangelo; quell’amore in grado di infondere tantissima forza a 120 pellegrini di Dio.
Di seguito alcune foto di quella giornata.