Ieri, Domenica 7 Ottobre, il Ministro Luigi Di Maio ha visitato la nostra Regione, toccando anche la zona del Vulture-Melfese, precisamente il Nucleo Industriale – Valle di Vitalba, ad Atella.
La sua visita è volta a sostenere la candidatura di Antonio Mattia alla presidenza della Regione Basilicata per il Movimento 5 Stelle.
Una delle dichiarazione da lui lasciate alla stampa, recita:
“Le trivellazioni hanno inquinato e impoverito economicamente il territorio con le risorse andate fuori.
L’impegno è di non firmare nessuna autorizzazione finché non ci sia un cambio di marcia e ci sarà diritto alla salute dei cittadini”.
Ed è proprio da qui che il consigliere comunale Alfredo Covella, esponente di “Venosa Pensa”, ha tratto spunto per manifestare il suo disappunto:
“Con queste parole, nel corso della sua visita in Basilicata, il ministro Di Maio ha gettato la maschera precisando la posizione del Movimento 5 Stelle in materia di estrazioni petrolifere.
Un nuovo corso è iniziato anche sulla tematica più scottante della nostra Regione.
Un nuovo corso che smentisce anni e anni di lotta e di azioni politiche portate avanti sul territorio da parte degli attivisti e dei tanti portavoce.
Tutti noi abbiamo messo la faccia nelle battaglie contro il petrolio e le estrazioni petrolifere nella nostra Regione, tutti noi abbiamo messo in gioco la nostra credibilità gridando con forza che questa terra non può più essere stuprata dalle compagnie petrolifere e che è tempo di bloccare le estrazioni petrolifere, ora su quella faccia è stato gettato il fango del lurido compromesso di governo da chi non prosegue nella sua azione politica e di governo in palese contrasto con i principi fondamentali del Movimento degli albori.
Dopo il caso Ilva di Taranto, ecco che una seconda macchia nera va a sporcare la stella dell’ambiente.
Una macchia grossa che oscura quella stella e lo fa nell’indifferenza generale degli attivisti che ormai sono assuefatti al potere e al desiderio di governare a tutti i costi.
Le idee vengono prima delle persone.
È un principio che abbiamo professato, ecco perché io oggi rivendico il diritto di criticare il capo politico del Movimento 5 Stelle, perché le sue idee sono andate ben oltre i principi del Movimento.
Un colpo di mano quello compiuto l’altro giorno dal sottosegretario Di Maio che cancella la credibilità del Movimento lucano e distrugge quanto fatto in questi anni da tutti i portavoce regionali e comunali.
Il Movimento 5 Stelle di Basilicata è stato smentito nelle sue posizioni direttamente dal capo politico che ha ormai sposato la linea perseguita in questi venti anni da centro destra e centro sinistra.
La cosa più grave che infatti emerge dalle parole di Di Maio è l’idea che le attività estrattive siano compatibili nella nostra Regione con l’agricoltura, il turismo e la presenza di persone a ridosso dei pozzi.
L’idea che passa da quel ragionamento è che anche in Basilicata si può continuare a estrarre petrolio, ma tutti sappiamo che noi non siamo il Texas e che le estrazioni da noi sono devastanti.
Ricordo il Sindaco di Parma che è stato letteralmente crocifisso per non aver rispettato l’impegno di chiudere l’inceneritore, adesso invece il capo politico del Movimento può tranquillamente cancellare anni e anni di battaglie con una dichiarazione in perfetto politichese senza che nessuno batta ciglio.
Dopo la visita del sottosegretario abbiamo la certezza che le estrazioni non si fermano e i 17 permessi di ricerca pendenti andranno avanti.
Tra questi permessi vi sono progetti scellerati come quello denominato ‘Palazzo San Gervasio’ che coinvolge direttamente la terra del Vulture e il Comune di Venosa.
Cosa faremo a questo punto?
Sceglieremo la strada del silenzio perché il capo politico non può essere criticato?
Oppure ritroveremo l’orgoglio e la dignità di uomini liberi e porteremo avanti le battaglie a tutela del territorio, della salute pubblica e dell’ambiente?
Diversamente dal ministro Di Maio, per noi che abbiamo lottato in prima linea su questo territorio il problema non è mai stato dove spendere e come spendere i soldi derivanti dalle royalties, per noi il problema è stato sempre e soltanto fermare uno scempio che ha portato alla colonizzazione di questa terra causando un aumento dei morti per tumore e malattie cardiovascolari, un aumento della povertà per abbandono delle terre da parte di tanti agricoltori, un peggioramento della qualità della vita per l’inquinamento provocato alle principali matrici ambientali dalle estrazioni petrolifere.
Il problema di come spendere i soldi è sempre stato un problema di Pittella e del Partito Democratico.
Abbiamo sempre detto che il Bilancio regionale è un bilancio ‘drogato’ proprio dalle royalties e che avremmo dovuto imparare a liberarci da questa dipendenza.
Ma mentre noi dicevamo queste cose, mentre noi lottavamo sul territorio, probabilmente a Roma qualcuno perseguiva fini diversi.
A questo punto mi chiedo: cosa pensavano i portavoce lucani quando andavano nelle piazze o agli incontri pubblici e facevano affermazioni durissime contro il PD e gli altri partiti del sistema per essersi venduti al dio denaro e per aver svenduto la Basilicata alle compagnie petrolifere?
Mi chiedo: cosa pensavano quando parlavano di tutela della salute e dell’ambiente i portavoce lucani?
Credevano realmente a quello che affermavano oppure semplicemente erano parole che venivano dette solamente per avere voti?
Si tratta di una domanda legittima che mi pongo da ex attivista del Movimento e da portavoce che chiede chiarezza perché si sente preso in giro per quanto è accaduto.
Un semplice attivista che credeva di lavorare innanzitutto per tutelare la Basilicata, per tutelare la salute pubblica e l’ambiente; che credeva di doversi battere per il lavoro e la dignità dei lavoratori che non devono più abbandonare questa terra, ma avere la possibilità di sviluppare le potenzialità che questa ha; un attivista che credeva che vi fosse coerenza tra quanto si andava affermando da opposizione e quanto si sarebbe realizzato da forza di governo.
Da cittadino lucano trovo le parole dell’onorevole Di Maio gravissime, perché rappresentano un cambiamento di prospettiva delle politiche del Movimento 5 Stelle, un cambiamento che annichilisce per il silenzio con cui viene accettato dai tanti attivisti che fino a ieri sfilavano per le strade di questa Regione gridano “NO al Petrolio” e che oggi silenziosamente accettano questo cambio di prospettiva, di idee, di progetto.
Il petrolio rappresenta per la Basilicata il vero punto di non ritorno per capire chi è veramente libero dalle lobbies e dai poteri forti.
Doveva essere così e dovrebbe essere così, ma non qualcosa è cambiato e questo è molto grave.
Ecco perché le parole di Di Maio dell’altro giorno confermano la correttezza della mia decisione di andare via da un Movimento che si è snaturato strada facendo, perché pur di governare ha accettato di diventare come gli altri”.
Il consigliere Gianni Rosa (Lb-Fdi) afferma:
“Complimenti a Di Maio per lo show di ieri a Potenza: soldi del petrolio ai Lucani.
È proprio quello che abbiamo sempre sostenuto.
È proprio quello che i 5 Stelle ci hanno sempre contestato.
Gli elettori dei 5 Stelle saranno rimasti delusi.
Lo stop al petrolio millantato in questi anni dai grillini si è infranto in un miserevole dietrofront.
‘Chiusura dei pozzi già attivi per i quali sia dimostrato l’inquinamento della catena alimentare umana attraverso l’acqua, l’aria e il suolo/sottosuolo’ recitava il programma dei 5 Stelle per le elezioni 2013.
Visto che lo stop al petrolio non lo chiedono più significa che l’Eni non ha inquinato?
In una serata Di Maio ha ridicolizzato tutta la politica che i suoi rappresentanti hanno fatto sul territorio, tradito le aspettative del suo elettorato e confermato che tutta la politica dei 5 Stelle sono solo slogan.
Forse la sbornia da folla non ha fatto rendere conto ai più che non solo Di Maio è favorevole alle estrazioni già esistenti, ma addirittura vuole andare oltre i 150.000 barili che per noi è un limite non negoziabile.
È vergognoso.
Di Maio, infatti, non esclude che si possano aprire nuovi pozzi di petrolio: ‘finché i soldi andranno fuori dalla Basilicata’ non si firmeranno nuove autorizzazioni.
E dopo? Pensa che vendiamo la nostra salute e il nostro ambiente per qualche euro in più?
Anche per Di Maio è questione di soldi, come per Pittella.
Anche il nostro governatore, per giustificare lo scempio del nostro territorio, ha sempre invocato la ricontrattazione delle royalties.
Mentre noi abbiamo sempre sostenuto che l’aumento delle royalties non va di pari passo con le nuove estrazioni per le quali abbiamo sempre chiesto una moratoria.
Di Maio è proprio come Pittella dal quale ci vuole liberare.
A parole, ma nei fatti la politica dei grillini è la stessa del Pd: assistenzialismo e sfruttamento del petrolio.
Il vice Premier grillino ha preso il nostro programma e l’ha parzialmente copiato e ciò non può che farci piacere.
Ma non ha capito che in Basilicata, oltre i patti già stabiliti, non si va.
Che sia Di Maio o Pittella a chiederlo.
Noi ringraziamo Di Maio, per aver stravolto il programma dei 5stelle, dimostrando che erano solo cialtronerie per attirare l’elettorato, per aver ignorato i suoi rappresentanti sul territorio che chiedevano lo stop completo alle estrazioni ed per averci dato ragione.
Ci dispiace per i tanti lucani che hanno creduto in questi anni alle promesse dei 5 Stelle: stop al petrolio. Ma dove?”.