Come già anticipato, FCA ha iniziato le attività propedeutiche alla produzione della Jeep Renegade Plug-in Hybrid Electric Vehicle (PHEV, veicolo ibrido elettrico plug-in), il cui lancio sul mercato è previsto nella prima parte del 2020.
Melfi FCA sarà il cuore di questo nuovo capitolo per l’azienda.
Diversi i pareri favorevoli, eccetto quello dell’USB (Unione Sindacale di Base) di stabilimento, che in una nota afferma:
“È ufficiale, nessun nuovo modello alla Fca di Melfi.
Se la risposta ai problemi occupazionali alla Fca di Melfi sarà il motore ibrido da montare sulla Jeep Renegate nel 2020, allora siamo messi peggio di quanto si immaginava…
È incomprensibile leggere commenti tanto entusiastici in risposta a Fca dopo che la stessa ha comunicato di voler montare motori ibridi sulla Jeep Renegate prodotta a Melfi.
Per la fabbrica lucana, e per i 7000 dipendenti, significa non avere ancora un modello in sostituzione della Grande Punto, che, per inciso, sarebbe l’unica notizia che faccia vedere un po’ di luce in fondo al tunnel in questo difficilissimo momento.
Montare tra più di un anno, perché questi sono i tempi previsti, un motore ibrido su un modello che sicuramente, visto l’avanzare della sua età produttiva, è destinato a rallentare la vendita, non è assolutamente una notizia positiva.
Non si convince la clientela ad acquistare un auto prodotta da 6 anni (tanti ne avrà la Jeep Renegate nel 2020) sostituendo semplicemente il motore.
E anche se questa novità risvegliasse l’interesse degli acquirenti, non basterebbe a invertire il calo che fisiologicamente il mercato dell’auto impone ai vecchi modelli.
Ci vogliono nuovi modelli per la Fca di Melfi, almeno due, uno immediatamente in sostituzione della Grande Punto ed uno, questo sì, casomai nel 2020, in sostituzione della Renegate o della 500X.
Così si aggredisce seriamente il mercato internazionale dell’auto, dando così vere garanzie occupazionali, il resto sono tutte chiacchiere fumose e pericolose.
Per adesso abbiamo solo una certezza dal comunicato di Fca, non basteranno i 6 mesi di cds in scadenza a fine Gennaio 2019 per far rientrare il numero di esuberi ( 1640) annunciati.
E mentre qualcuno cerca di fare l’ottimista, Usb è estremamente preoccupata per come l’azienda sta affrontando questa fase, poiché riteniamo che sia sempre più a rischio il futuro di migliaia di lavoratori dello stabilimento automobilistico lucano”.